Torino - Morta Romilda Bollati, signora discreta della cultura Funerali privati a Torino. A lei ultime lettere di Pavese Aveva pensato a quel soprannome mutuandolo dalla sua famiglia, Bollati di Saint Pierre, e a lei, all'allora 18enne Romilda Bollati di Saint Pierre, Pavese scrisse i suoi ultimi messaggi d'amore. Quattro, per l'esattezza, due lettere e due biglietti. Uno dei quali scritto proprio da quell'hotel Roma di Torino dove lo scrittore si uccise il 27 agosto del 1950. Romilda Bollati, presidente della Bollati-Boringhieri, è morta lunedì a Torino, all'età di 82 anni. Oggi i funerali, in una chiesa del centro in forma rigorosamente privata. Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato alla famiglia Bollati questo messaggio: "Esprimo sentimenti di sincera partecipazione al cordoglio dei famigliari e di quanti le furono vicini per la morte di Romilda Bollati, figura distintissima di gentildonna impegnatasi con particolare sensibilità anche nella vita culturale attraverso una iniziativa editoriale originale e di alto prestigio". Nata a Parma nel 1932, Romilda Bollati si trasferì a Torino negli anni della Seconda guerra mondiale, per raggiungere il fratello Giulio Bollati. Da allora non se ne andò più, diventando protagonista discreta - in stile tipicamente sabaudo - della vita imprenditoriale e culturale della città. Da giovane frequentò la casa editrice Einaudi, dove il fratello, al quale fu sempre molto legata, lavorava dal 1949.Era il 1990. Confessò di aver voluto parlare per "salvare" la memoria di Pavese dopo la pubblicazione del suo "Taccuino Segreto", le pagine più intime del diario dello scrittore, quelle che lui stesso aveva espunto dal suo Mestiere di Vivere. Scrisse la studiosa Maria Corti, tra le più attente e profonde conoscitrici dell'opera di Pavese: "Il silenzio di Romilda Bollati, che per quasi mezzo secolo ha tenuto celato il suo segreto, è molto apprezzabile soprattutto oggi, nel clima del degrado di tutto a notizia". "Cara Pierina - le aveva scritto Pavese -, ieri rientrando mi sono visto allo specchio... Non lo sapevo di essere a questo punto. Penso che sia la musica in cui tu balli, a scavarmi dentro, a scrollarmi il sangue, a farmi fare la faccia feroce (ma è la faccia feroce di un suicida, non altro)".(ANSA.it)
25/04/14
La cultura perde due importanti personaggi
Pubblicato da
Galadriel
Roma- "...programma a cura di Claudio G. Fava". Era scritto cosi' in sovrimpressione sugli schermi Rai, meglio dire sulla seconda rete del servizio pubblico, quando si parlava di cinema o di presentazione di film in programmazione sul piccolo schermo. Claudio Giorgio (ecco spiegata la famosa G.) Fava, giornalista e critico cinematografico, nato a Genova nel 1929, e' morto. Assunto nel 1970 alla Direzione generale Rai a Roma, si e' occupato sin dall'inizio di programmazione di film. Dal 1976 responsabile di questo settore a Rai1, quindi nel 1981 a Rai2 come capostruttura, incaricato della scelta e della programmazione di film e anche di telefilm singoli e seriali, soap-opera e sceneggiati d'acquisto. Nel suo percorso profesisonale in Rai ha scelto e programmato migliaia di titoli, anxche stranieri, tanto e' vero che per l'opera svolta a favore della diffusione del cinema francese sulla tv italiana il governo francese lo nomino' Officier des Arts et des Lettres. Ha commissionato migliaia di ore di doppiaggi. Davvero numerosi i cicli di film - come "Cinema di notte" - e l'ideazione e conduzione di rubriche di cinema come "Dolly" e "Set". Ha anche lanciato in Italia la soap "Beautiful", "Capitol", "Quando si ama", serie tv come "Hunter", "Miami Vice", "L'ispettore Koster", "La clinica della Foresta Nera", "Navarro", per citarne alcune. Numerosi anche i libri pubblicati, ma e' stato anche presidente o membro di diverse giurie di premi di cinema e di televisione, in Italia e all'estero. C'e' stato anche un percorso di attore con Maurizio Nichetti in "Ladri di saponette". (AGI) .
Torino - Morta Romilda Bollati, signora discreta della cultura Funerali privati a Torino. A lei ultime lettere di Pavese Aveva pensato a quel soprannome mutuandolo dalla sua famiglia, Bollati di Saint Pierre, e a lei, all'allora 18enne Romilda Bollati di Saint Pierre, Pavese scrisse i suoi ultimi messaggi d'amore. Quattro, per l'esattezza, due lettere e due biglietti. Uno dei quali scritto proprio da quell'hotel Roma di Torino dove lo scrittore si uccise il 27 agosto del 1950. Romilda Bollati, presidente della Bollati-Boringhieri, è morta lunedì a Torino, all'età di 82 anni. Oggi i funerali, in una chiesa del centro in forma rigorosamente privata. Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato alla famiglia Bollati questo messaggio: "Esprimo sentimenti di sincera partecipazione al cordoglio dei famigliari e di quanti le furono vicini per la morte di Romilda Bollati, figura distintissima di gentildonna impegnatasi con particolare sensibilità anche nella vita culturale attraverso una iniziativa editoriale originale e di alto prestigio". Nata a Parma nel 1932, Romilda Bollati si trasferì a Torino negli anni della Seconda guerra mondiale, per raggiungere il fratello Giulio Bollati. Da allora non se ne andò più, diventando protagonista discreta - in stile tipicamente sabaudo - della vita imprenditoriale e culturale della città. Da giovane frequentò la casa editrice Einaudi, dove il fratello, al quale fu sempre molto legata, lavorava dal 1949.Era il 1990. Confessò di aver voluto parlare per "salvare" la memoria di Pavese dopo la pubblicazione del suo "Taccuino Segreto", le pagine più intime del diario dello scrittore, quelle che lui stesso aveva espunto dal suo Mestiere di Vivere. Scrisse la studiosa Maria Corti, tra le più attente e profonde conoscitrici dell'opera di Pavese: "Il silenzio di Romilda Bollati, che per quasi mezzo secolo ha tenuto celato il suo segreto, è molto apprezzabile soprattutto oggi, nel clima del degrado di tutto a notizia". "Cara Pierina - le aveva scritto Pavese -, ieri rientrando mi sono visto allo specchio... Non lo sapevo di essere a questo punto. Penso che sia la musica in cui tu balli, a scavarmi dentro, a scrollarmi il sangue, a farmi fare la faccia feroce (ma è la faccia feroce di un suicida, non altro)".(ANSA.it)
Torino - Morta Romilda Bollati, signora discreta della cultura Funerali privati a Torino. A lei ultime lettere di Pavese Aveva pensato a quel soprannome mutuandolo dalla sua famiglia, Bollati di Saint Pierre, e a lei, all'allora 18enne Romilda Bollati di Saint Pierre, Pavese scrisse i suoi ultimi messaggi d'amore. Quattro, per l'esattezza, due lettere e due biglietti. Uno dei quali scritto proprio da quell'hotel Roma di Torino dove lo scrittore si uccise il 27 agosto del 1950. Romilda Bollati, presidente della Bollati-Boringhieri, è morta lunedì a Torino, all'età di 82 anni. Oggi i funerali, in una chiesa del centro in forma rigorosamente privata. Cordoglio per la sua scomparsa è stato espresso anche dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che ha inviato alla famiglia Bollati questo messaggio: "Esprimo sentimenti di sincera partecipazione al cordoglio dei famigliari e di quanti le furono vicini per la morte di Romilda Bollati, figura distintissima di gentildonna impegnatasi con particolare sensibilità anche nella vita culturale attraverso una iniziativa editoriale originale e di alto prestigio". Nata a Parma nel 1932, Romilda Bollati si trasferì a Torino negli anni della Seconda guerra mondiale, per raggiungere il fratello Giulio Bollati. Da allora non se ne andò più, diventando protagonista discreta - in stile tipicamente sabaudo - della vita imprenditoriale e culturale della città. Da giovane frequentò la casa editrice Einaudi, dove il fratello, al quale fu sempre molto legata, lavorava dal 1949.Era il 1990. Confessò di aver voluto parlare per "salvare" la memoria di Pavese dopo la pubblicazione del suo "Taccuino Segreto", le pagine più intime del diario dello scrittore, quelle che lui stesso aveva espunto dal suo Mestiere di Vivere. Scrisse la studiosa Maria Corti, tra le più attente e profonde conoscitrici dell'opera di Pavese: "Il silenzio di Romilda Bollati, che per quasi mezzo secolo ha tenuto celato il suo segreto, è molto apprezzabile soprattutto oggi, nel clima del degrado di tutto a notizia". "Cara Pierina - le aveva scritto Pavese -, ieri rientrando mi sono visto allo specchio... Non lo sapevo di essere a questo punto. Penso che sia la musica in cui tu balli, a scavarmi dentro, a scrollarmi il sangue, a farmi fare la faccia feroce (ma è la faccia feroce di un suicida, non altro)".(ANSA.it)