14/03/14

Un romanzo d'esordio di cui l'autore non è soddisfatto

Martedì vi ho parlato del classico di Dumas Il conte di Montecristo, e se vi ricordate, tra gli autori che hanno criticato il libro c'era anche il nostro Umberto Eco. Molto bene, dato che lui ha dato il suo parere sul libro Dumas, diamo un'occhiata al suo libro più famoso: Il nome della rosa.

Il nome della rosa (film)
Il nome della rosa è il primo romanzo di Eco, che dopo tanti saggi decise di dedicarsi alla scrittura, scegliendo come genere il giallo storico e deduttivo. Il romanzo è ambientato sul finire dell'anno 1327, come manoscritto contenente le memorie del monaco Adso da Melk, il quale racconta i fatti da lui vissuti quando era solo un novizio in compagnia del frate francescano Guglielo da Baskerville. Adso, ormai vecchio, ci narra della volta in cui lui e il suo maestro si recarono in un monastero benedettino italiano per presenziare ad un convegno tra i francescani e i delegati della curia papale. Mentre si trovano lì l'abate del monastero incaricò Guglielmo di indagare sulla strana morte di un giovane confratello.

Ha venduto numerose copie, vinto diversi premi e ci hanno fatto anche un film , dove ad impersonare il francescano ed ex inquisitore Guglielo de Baskerville, il grande Sean Connery. Se pensate però di guardarvi il film per risparmiarvi la lettura del libro, vi devo avvertire che i due sono diversi.
Il nome della rosa

L'intreccio, la ricerca di indizi e le deduzioni di Guglielmo fanno de Il nome della rosa un bellissimo giallo di deduzione, del tipo che sono difficili da trovare e piacevolissimi da leggere, ma...

C'è un ma. Se ci fermassimo solo a questa prima impressione non ci sarebbe nulla da ridire su questo romanzo, peccato che non ci sia solo questo. Partendo come saggista e poi cimentandosi in un romanzo Eco ha mescolato i due generi, rendendo in alcuni punti Il nome della rosa particolarmente pesante ed ostico.

Ostentazione della propria conoscenza? Desiderio di istruire i suoi lettori e spingerli a riflettere? Qualunque fosse l'idea di partenza di Eco, ha finito col rendere questo premiato romanzo italiano non adatto a tutti i lettori, ed è un vero peccato, perché meriterebbe di essere letto.

Umberto Eco
Non dico che sarebbe stato meglio se Eco avesse eliminato gli approfondimenti per limitarsi al semplice giallo, che è l'ossatura del romanzo. No, così facendo il romanzo avrebbe perso parte del suo fascino, ma forse ha esagerato un po'.

Bisogna ricordare però che Il nome della rosa è il primo romanzo scritto da Eco, quindi gli si può perdonare questo suo inciampo nei propri piedi, ci sono autori che hanno fatto anche di peggio e non sono mai migliorati. Per lo meno lo stesso Eco considera il proprio romanzo, un libro sopravvalutato e non così eccelso come lo dipinge la critica: e se è lui a dirlo...

Sul perché poi abbia scelto come titolo Il nome della rosa invece che L'abbazia del delitto, come aveva pensato inizialmente, lascio che lo scopriate da soli.
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