09/01/14

Calcio cade l'ultimo tabù: Hitzlsperger decide di fare coming out!

Calcio cade l'ultimo tabù: Hitzlsperger decide di fare coming out!
Tutta la Germania solidale il calciatore che esordisce cosi: «E’ arrivato il momento di fare coming out » Intanto l’associazione calciatori invita a mantenere la situazione nei dettami della consapevolezza che dinanzi a scelte del genere, che denotano grande senso di maturià evitando di speculare al riguardo: «Serve maturità, niente gossip».

Cade dunque l’ultimo tabù nel mondo dei cosidetti uomini duri del calcio: Thomas Hitzlsperger ex calciatore della nazionale tedesca, e della Lazio, ha preso la decisione di fare, come si usa dire in gergo, coming-out, quattro mesi dopo avere "appeso le scarpette al chiodo". «Voglio dichiarare la mia omosessualità», ha annunciato in una intervista alla Zeit.
Una marea di commenti si è riversata sulla rete e dal governo tedesco è arrivata anche "l'approvazione" della cancelliera Angela Merkel. «Viviamo in un paese in cui nessuno deve avere paura di dichiarare la propria sessualità solo per timore dell’intolleranza», ha detto il suo portavoce Steffen Seibert. Hitzlsperger (31 anni) ha motivato il suo passo col desiderio di «portare avanti la discussione sull’omosessualità fra gli sportivi professionisti». Farlo alla fine della carriera gli sembrava il momento giusto anche perché presto ci saranno le «Olimpiadi di Sochi e penso ci sia bisogno di voci critiche contro le campagne di vari governi contro gli omosessuali».

Hitzlsperger
Dichiarazioni di solidarietà e approvazione sono piovute da colleghi, funzionari del calcio, politici e la comunità gay. «Non mi sono mai vergognato per essere quello che sono», ha detto Hitzlsperger alla Zeit, rivelando che «solo negli ultimi anni ho realizzato che preferivo vivere con un uomo».

Voci sul suo conto circolavano già dal campionato del 2007, quando era capitano del VfB Stuttgart, dopo che si era separato dalla ragazza poco prima della data di nozze. Convivere con questa consapevolezza nel calcio non è stato facile: «rifletta, 20 ragazzi a un tavolo che bevono, uno lascia fare alla maggioranza fino a che le battute sono almeno un po’ spiritose e tutte quelle sciocchezze sugli omosessuali non sono eccessivamente offensive. Ma di fatto, nel nostro sport un omosessuale è considerato un “palle mosce”....». «In Inghilterra, Germania o Italia l’omosessualità non è un tema serio, certo non negli spogliatoi», nel calcio viene «semplicemente ignorata», dice precisando di non conoscere nessun calciatore che ne ha fatto un tema.

«Chi capisce il clima in una squadra sa anche cosa è il caso di dire, la pressione di gruppo è enorme, e lo stesso fra i parenti», ha detto per spiegare perché c’ha messo tanto a uscire allo scoperto: «ma c’è una differenza fra tacere e mentire». Nella la sua carriera attiva - da giovane nel Bayern Monaco, nel 2000 alla Aston Villa, poi capitano del VfB Stuttgart, quindi Lazio, VfL Wolfsburg e, nel 2012, Fc Everton, oltre a 52 partite nella nazionale fra il 2004 e il 2010. Hitzlsperger non si è mai dichiarato, neanche con l’allenatore Joachim Loew e il manager Oliver Bierhoff. «Si è rivolto a noi solo dopo la fine della sua carriera e ci ha informati, merita riconoscimento e rispetto, approvo questo passo», ha detto Bierhoff.

Thomas ha preso una decisione personale «e in una società tollerante dovrebbe essere rispettato», ha detto Loew. Per lui come ct quel che conta sono solo «le prestazioni sportive e il comportamento sociale di un giocatore e Thomas è sempre stato un professionista ambizioso e affidabile», ha aggiunto. Solidarietà anche dai funzionari del calcio tedesco e dagli ex colleghi in Italia. «Siamo nel 2014, lo sport e il calcio devono affrontare la questione con maturità senza scadere nel gossip», ha detto il presidente dell’Aic, Damiano Tommasi: il suo coming out «è positivo», anche «il calcio deve dare segnali d’integrazione». Tommaso Rocchi, ex capitano della Lazio, ammette di essere stato colto di sorpresa dall’annuncio: «Non me ne sono mai accorto». «Ognuno è libero di fare quello che crede, non ci sono mai stati problemi, penso che uno deve essere a posto con se stesso, ognuno è libero di essere quello che si sente», ha detto. «Decisione coraggiosa e giusta», le parole di Podolski, compagno di nazionale.
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