Per questo quarto
appuntamento con la mia rubrica ho deciso di parlarvi del libro Il
Dio del fiume di Wilbur Smith. Il Dio del fiume è
il primo di quattro libri di una saga d'avventura ambientata ai tempi
dei faraoni.
Narratore di questa
storia è Taita, uno schiavo al servizio, prima del nobile Intef, poi
della figlia Lostris quando questa diventa l'ultima e la più
importante moglie del faraone Mamose. Tramite la voce di Taita, Smith
ci racconta degli intrighi e dei raggiri di Intef, nonché dei
tentativi di Taita stesso di sventarli.
Il Dio del fiume |
La scelta di Smith di
narrare le vicende di Taita e degli altri personaggi in prima
persona, si rivela essere una scelta quanto mai azzeccata, dando al
libro un carattere personale e intimo, protendendo quindi Taita, la
voce narrante, verso il lettore.
Con abili pennellate e
ricche digressioni Smith, al pari di un abile pittore, dipinge
davanti ai nostri occhi i meravigliosi luoghi, dell'Egitto e
non solo, ma anche personaggi ben inseriti nella mentalità e nella
cultura di quel tempo antico, permettendo in questo modo al lettore
di percepire, toccando quasi con mano, gli imponenti palazzi
faraonici e la calda e sottile sabbia del deserto.
La figura di Taita,
narratore del romanzo, viene esaltata in modo forse un po' eccessivo
tanto da renderlo quasi insopportabile nella prima metà del libro,
dove sembra essere un pozzo di scienza in ogni ambito della
conoscenza: dalla medicina all'architettura, dal canto alle tattiche
da guerra. Sembra infatti che non ci sia nulla che Taita non sappia.
Con il proseguire del libro però si finisce col farci l'abitudine e
tollerare questo straordinario personaggio fino ad affezionarsi a
lui.
Wilbur Smith |
Gli altri personaggi
presenti nel romanzo risultano ben inseriti nelle vicende narrate, in
alcune parti ovviamente risultano un po' esagerati e forse poco
credibili per quel tempo, ma trattandosi di un romanzo il “difetto”,
se così lo si può chiamare, è assolutamente tollerato.
Le vicende amorose dei
personaggi si mescolano egregiamente alle parti avventurose che, con
l'eccezione delle poche battaglie presenti, non hanno un ritmo così
incalzante da incollare il lettore alle pagine di questo romanzo.
Nonostante, o forse
proprio grazie a questo, Il Dio del fiume si rivela essere un
buon libro di avventura, adatto per gli amanti del genere e
consigliato per quanti subiscono il fascino dell'antico Egitto e
degli amore tormentati se non addirittura impossibili.