13/12/13

Un viaggio nella terra dei faraoni

Per questo quarto appuntamento con la mia rubrica ho deciso di parlarvi del libro Il Dio del fiume di Wilbur Smith. Il Dio del fiume è il primo di quattro libri di una saga d'avventura ambientata ai tempi dei faraoni.

Narratore di questa storia è Taita, uno schiavo al servizio, prima del nobile Intef, poi della figlia Lostris quando questa diventa l'ultima e la più importante moglie del faraone Mamose. Tramite la voce di Taita, Smith ci racconta degli intrighi e dei raggiri di Intef, nonché dei tentativi di Taita stesso di sventarli.
Il Dio del fiume
Dell'affetto profondo di Taita per Lostris e del suo desiderio, non potendo sposarla, di starle sempre accanto e aiutarla a coronare l'amore che prova per il soldato Tanus, grande amico di Taita ma odiato da Intef. Smith poi ci racconterà la storia del faraone e del popolo egizio, della fuga a causa dell'invasione degli Hyksos, ma anche del glorioso ritorno dopo anni di esilio forzato.

La scelta di Smith di narrare le vicende di Taita e degli altri personaggi in prima persona, si rivela essere una scelta quanto mai azzeccata, dando al libro un carattere personale e intimo, protendendo quindi Taita, la voce narrante, verso il lettore.

Con abili pennellate e ricche digressioni Smith, al pari di un abile pittore, dipinge davanti ai nostri occhi i meravigliosi luoghi, dell'Egitto e non solo, ma anche personaggi ben inseriti nella mentalità e nella cultura di quel tempo antico, permettendo in questo modo al lettore di percepire, toccando quasi con mano, gli imponenti palazzi faraonici e la calda e sottile sabbia del deserto.

La figura di Taita, narratore del romanzo, viene esaltata in modo forse un po' eccessivo tanto da renderlo quasi insopportabile nella prima metà del libro, dove sembra essere un pozzo di scienza in ogni ambito della conoscenza: dalla medicina all'architettura, dal canto alle tattiche da guerra. Sembra infatti che non ci sia nulla che Taita non sappia. Con il proseguire del libro però si finisce col farci l'abitudine e tollerare questo straordinario personaggio fino ad affezionarsi a lui.

Wilbur Smith
Gli altri personaggi presenti nel romanzo risultano ben inseriti nelle vicende narrate, in alcune parti ovviamente risultano un po' esagerati e forse poco credibili per quel tempo, ma trattandosi di un romanzo il “difetto”, se così lo si può chiamare, è assolutamente tollerato.

Le vicende amorose dei personaggi si mescolano egregiamente alle parti avventurose che, con l'eccezione delle poche battaglie presenti, non hanno un ritmo così incalzante da incollare il lettore alle pagine di questo romanzo.

Nonostante, o forse proprio grazie a questo, Il Dio del fiume si rivela essere un buon libro di avventura, adatto per gli amanti del genere e consigliato per quanti subiscono il fascino dell'antico Egitto e degli amore tormentati se non addirittura impossibili.
Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.