Questa mattina presso lo stadio Fnb di Soweto, Johannesbrug, si è tenuta la cerimonia di commemorazione per Nelson Mandela. Oltre 100 i capi di stato e di governo presenti oltre a personalità del mondo della cultura e dello spettacolo. Presente naturalemente anche il presidente degli Stati Uniti d'America Barack
Obama con la first lady Michelle.
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha stretto la mano a
Raul Castro prima di prendere la parola alla commemorazione per Nelson Mandela. Un gesto di
disgelo senza precedenti. Il leader di Cuba, riferisce la Reuters, ha sorriso quando Obama gli ha stretto la mano .
|
La stretta di mano |
Nel suo
discorso, Obama ha sottolineato che troppi leader nel mondo sono «solidali con la lotta di Mandela per la
libertà, ma non tollerano il dissenso dal proprio popolo». E poi ha
ricordato che quando uscì dal carcere, Nelson Mandela si comportò «come
Lincoln e tenne insieme il suo paese che rischiava di spaccarsi». Obama
ha anche paragonato Mandela ai «padri fondatori dell'America» e a
Martin
Luther King per la sua
lotta contro l'
ingiustizia razziale. «Ci sono
troppi leader - ha aggiunto Obama - che rivendicano la solidarietà con
la lotta di Madiba per la libertà ma che non tollerano il dissenso da
parte del loro popolo. Ci sono troppe persone tra noi che rimangono in
disparte, al comodo, nel cinismo, quando invece le nostre voci devono
essere ascoltate». Mandela, ha detto ancora Obama, è stato un «gigante
della storia». Il presidente Usa ha poi descritto il leader della lotta
all'
apartheid come «l'ultimo grande liberatore del ventesimo secolo.
Come Gandhi, ha condotto un movimento di resistenza cominciato con poche
possibilità di successo. Come King, ha dato voce agli oppressi».
Mandela da molti è visto come un'icona, ma secondo Obama «Madiba non
vorrebbe questo ritratto per la sua vita. Ha condiviso con noi dubbi e
paure. "Non sono un santo, a meno che non pensiate che un santo sia un
peccatore che continua a provare" diceva», ha ricordato Obama.
Per l'Italia c'è il premier Enrico
Letta, accompagnato dalla presidente della camera, Laura Boldrini. Tra i leader presenti anche il vicepresidente cinese
Li Yuanchao, quello dello Zimbabwe
Mugabe, il presidente afghano Hamid
Karzai, quello palestinese Abu Mazen e quello del Venezuela Nicola Maduro.
Il presidente del Consiglio Enrico Letta è giunto in Sudafrica poco dopo le 8 locali (le 7 in Italia): «Quella di Mandela - ha detto all'uscita dall'aeroporto di Johannesburg - è una personalità che è nel cuore di tutti noi ed è un esempio per l'intera umanità sul tema dello sviluppo, della lotta al razzismo e delle diseguaglianze, per questo è un dovere per l'Italia essere qui». Letta ha proseguito sottolineando quanto sia decisivo «rappresentare il Paese in un momento così importante per il Sudafrica ma in generale per il mondo». Il governo sudafricano ha appena pubblicato la lista ufficiale dei 91 capi di stato o di governo attesi oggi allo stadio della finale del mondiale di calcio del 2010. Tra i leader europei presenti anche il francese Francois Hollande e il britannico David Cameron.