Un incremento unitamente all'innalzamento dell'età pensionabile e di vecchiaia sia delle lavoratrici dipendenti che quelle autonoma del settore privato, infatti per le prime l'età di 65 anni e 7 mesi (attualmente 63 anni e 9 mesi) e le seconde a 66 anni e 1 mese (attualmente 64 anni e 9 mesi) per poter accedere al pensionamento, si ha quindi un incremento di quasi due anni per le dipendenti mentre peer le autonome l'incremento sarà oltre un anno; per quanto riguarda il settore pubblico l'uscita sarà invece di 66 anni e 7 mesi.
Non solo, un ulteriore giro di vite è stato dato con il blocco del regime sperimentale Opzione Donna ; l'art. 1 comma 9 della legge 243/04 fissa la data al 31 dicembre 2015, scadenza per cui le lavoratrici avevano la possibilità di richiedere la pensione a 57 anni e 35 di contribuzione con l'obbligo dell'assegno calcolato con il metodo contributivo invece del retributivo, e anche per questo settore se non ci saranno in extremis entro fine anno provvedimenti per una proroga immessi dal Governo nelle misure sulla flessibilità in uscita andrà a cadere.
Per la pensione anticipata gli anni di contributi necessari sono 42 e 10 mesi per gli uomini mentre per le donne 41 e 10 mesi e fortunatamente anche per il prossimo anno non si prevede la conferma della misura che blocca l'applicazione delle riduzioni dell'1-2% del vitalizio pensionistico per chi ancora non ha 62 anni; unica informazione positiva sta nella legge di stabilità 2015 (articolo 1, comma 113 della legge 190/2014) ha infatti fermato le riduzioni sino al 31 dicembre 2017.
Fonte: PensioniOggi