13/07/14

I rischi | Sappiamo calcolarli?

Siamo ossessionati dagli attacchi terroristici aerei, dai rapimenti di bambini, dalle emissioni radioattive delle centrali nucleari e da molte altre questioni che riguardano la nostra quotidianità. Ecco i nostri principali errori di valutazione dei rischi. Ce li rivela Robert Matthews.

Non siamo mai stati così longevi, il tasso di mortalità, causata dal cancro o dall'infarto, è diminuito sensibilmente e quello della criminalità ha raggiunto il livello più basso da quando esistono le statistiche. E allora, perché molti di noi vivono nella paura? Secondo gli esperti è soprattutto grazie all'incapacità diffusa di cogliere la natura reale dei rischi. Stando ai sondaggi, la gente ha un'idea bizzarra delle cose che dovrebbero davvero preoccuparla. E non aiuta certo l'enfasi della stampa su eventi certamente terribili, come l'uccisione di bambini per mano estranea, ma comunque rari. Perciò, se pensate di irrobustire i vostri anticorpi contro la prossima notizia allarmistica, cominciate da qui.
Il paradosso della
compensazione del rischio

IL SENSO DI SICUREZZA FA CORRERE PIÙ RISCHI 
Il paradosso della compensazione del rischio. Lo sappiamo bene: in bicicletta è più sicuro indossare il casco. Allora, come mai nei Paesi in cui lo si usa di più è maggiore il tasso di mortalità e di lesioni che si riscontra? Benvenuti nel bizzarro fenomeno della compensazione del rischio, l'atteggiamento mentale secondo il quale proteggerci dai rischi ci fa correre rischi ancora più gravi, vanificando ogni vantaggio. Questo effetto è stato scoperto svolgendo studi sui fenomeni più disparati: dai sistemi frenanti antibloccaggio (ABS) ai giochi amati dai bambini. Ed è risultato che più ci sentiamo sicuri, più diventiamo spericolati.

Uno studio del 2004 di alcuni ricercatori americani ha rivelato che la velocità media degli sciatori con il casco era del 10 per cento superiore a quella dei colleghi che non lo indossavano. Ciò spiega perché il tasso di mortalità è rimasto praticamente invariato rispetto alla metà degli anni Novanta, nonostante il numero di sciatori che ne sono provvisti sia aumentato del 40 per cento. A proposito di casco e di bicicletta, secondo una recente ricerca di lan Walker, specialista di psicologia dei sistemi di trasporto all'Università di Bath, in Gran Bretagna, i guidatori di autoveicoli hanno la tendenza a rasentare i ciclisti che lo indossano, un comportamento che aumenta il rischio di incidenti. Ma c'è il rovescio della medaglia. Ossia, prospettare una situazione più pericolosa ci obbliga a una maggiore prudenza. Lo dimostra uno studio recente, per il quale sono diminuiti del 44 per cento gli incidenti in una trafficata strada di Londra, dove erano stati rimossi i cartelli stradali e le ringhiere di sicurezza per i pedoni.(science)


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