“Diamoci in pasto
all’ignoto!” “ Impugnate i picconi, demolite, demolite le città venerate!” “
Noi vogliamo glorificare la guerra ,
sola igiene del mondo!” Il futurismo non visse le due guerre mondiali, ma
di certo ne fu uno dei principi
ispiratori. Basti pensare in quanti hanno preso sul serio i deliranti slogan di
Marinetti che magari voleva essere un provocatore più che un ideologo. I temi
erano quelli della rottura con il passato, l’eccesso, l’esaltazione
della velocità – “Un ‘automobile da corsa
è più bella della Nike di Samotracia”- l’esaltazione della guerra, della
violenza, della giovinezza, temi che
poi furono molto cari al Fascismo negli
anni successivi.
Progetto di Antonio Sant'Elia |
Nato come movimento letterario nel 1909, quando fu pubblicato sul “Figaro” di Parigi il Manifesto di Marinetti , abbracciò il
campo delle arti visive, con la pubblicazione del Manifesto dei pittori futuristi
nel 1912, e quello dell’architettura nel 1914, anno in cui venne pubblicato il Manifesto dell’architettura futurista
basato sui concetti di Antonio Sant’Elia,
il maggiore esponente del Futurismo in
Italia nel campo architettonico. La ricerca di nuove forme espressive,le folle
di manifestanti, la rappresentazione
della velocità, il meccanicismo, attraverso la frammentazione dello spazio e l’uso di colori vivaci, furono i temi
ispiratori di Balla, Boccioni, Carrà, Russolo, Severini. Nel campo
architettonico il Futurismo si manifestò
in maniera meno dirompente ed aggressiva che nel movimento letterario. Si
trattò della proposizione di una nuova’estetica
ispirata al modernismo, al macchinismo,
al rifiuto di ogni stile tradizionale, alla distruzione dell’ambiente preesistente, nonché alla proposizione di nuovi schemi e tipologie costruttive
ed abitative. Le nuove costruzioni
prevedevano l’uso di nuove tecnologie, le case erano viste come
macchine, il paesaggio metropolitano si presentava come un grosso apparato in
movimento , i cui uomini, strade, automobili, case occupavano livelli diversi
nello spazio. I grattacieli, i ponti, le metropolitane, presentavano soluzioni
costruttive molto ardite. Esempi di quest’architettura, anche se hanno influenzato
quelle dei periodi seguenti, sono rimasti sulla carta e non hanno preso forma nella realtà. Molti progetti di Sant’Elia, De Marchi, Chiattone rimangono solo delle bellissime esercitazioni di
stile, addirittura delle rappresentazioni pittoriche, ma lontane ancora dal
campo della realizzazione strutturale e reale. Famosa la rappresentazione di una stazione ferroviaria , ispirata dalla
torre di Babele di Bruegel, nella quale Sant’Elia
immagina moderni treni che percorrono binari sospesi in aria entrare ed uscire
dalla torre. Proprio in questi giorni si può assistere alla più grande mostra
del mondo dedicata a questo movimento , allestita nel Guggenheim Museum di New York ed aperta dal
20/feb/2014 fino al primo settembre 2014.