Il-Trafiletto

18/01/14

MESCIUA ALLA MAGGIORANA

SI TRATTA DI UNA ZUPPA TIPICA DELLA ZONA DI LA SPEZIA: È UN PIATTO DELLA CUCINA POVERA, IN QUESTO CASO IMPREZIOSITO SEMPLICEMENTE CON UN BATTUTO DI ERBE PROFUMATE. 448  kcal per porzione

Ingredienti per 4 porzioni • 200 G DI FAGIOLI CANNELLINI SECCHI • 200 G DI CECI SECCH I • 100 G DI FARRO • 1 CIUFFO DI PREZZEMOLO • 1 CIUFFO DI MAGGIORANA • 1 SPICCHIO D'AGLIO • 3 CUCCHIAI DI OLIO EXTRAVERGINE D'OLIVA • SALE e PEPE

METTETE a bagno separatamente in acqua fredda i fagioli e i ceci per una notte; il farro per 2-3 ore. Lessate separatamente i ceci per 3 ore, i fagioli e il farro per l ora, salando a fine cottura. Riunite tutto nella stessa pentola e sobbollite per pochi minuti.

LAVATE il prezzemolo e la maggiorana, staccate le foglioline di entrambi, poi asciugatele delicatamente con un telo o con carta assorbente da cucina.

METTETE le erbe aromatiche nel frullatore (tenete da parte qualche fogliolina di prezzemolo per decorare) insieme con l'aglio pelato e tagliato a fettine. Frullate velocemente il tutto. Aggiungete 2 cucchiaini d'olio e l d'acqua e frullate ancora per un istante.

MESCIUA ALLA MAGGIORANA
PONETE un cucchiaio di pesto di prezzemolo e maggiorana sul fondo di 4 piatti da porzione, versatevi sopra lo mesciua caldissima, irrorate ogni piatto con un filo di olio, cospargete con una macinata di pepe, decorate con le foglioline di prezzemolo tenute da parte e servite subito in tavola.

VARIANTI APPETITOSE 
1 • Tritate 2 rametti di rosmarino e rosolateli in 2 cucchiai di olio in una casseruola insieme con 50 g di pancetta tritata; versate sopra i legumi e il farro con il loro brodo e cuocete per10minuti.
2 • La mesciua è ottima con il classico pesto di basilico.

LA TRADIZIONE 
MINESTRONE CASERECCIO Più verdure ci sono, più lo minestra risulta gustosa. Quando preparate il vostro minestrone per 4 porzioni, pesate circa l kg di verdure miste tagliate a pezzetti: cipolla, carota, sedano, verza. fagiolini, piselli e pomodori. Ponetele in una casseruola, coprite d'acqua fredda, portate a bollore e cuocete per 40-50 minuti. Aggiungete 50 g di pasta di semola a testa, portate a cottura e cospargete con erbe aromatiche miste tritate (prezzemolo, maggiorana, basilico).

In Sicilia il primo allevamento di Cammelli

Si chiama Santo Fragalà, il giovane veterinario siciliano, appassionato di animali esotici, che è riuscito a realizzare il suo sogno e avviare una piccola azienda agricola alle falde dell'Etna in cui allevare cammelli.
La fattoria Gmalà, si trova a Trecastagni, in provincia di Catania e rappresenta il primo allevamento di cammelli in Italia.

L'idea è quella di produrre e commercializzare il cosiddetto oro bianco del deserto ovvero il latte di cammella, famoso per le sue proprietà benefiche e nutritive e i  prodotti da esso derivati. Prodotti  dolciari e lattiero-caseari da un lato, cosmetici dall'altro.

 Il latte di cammella è molto più leggero rispetto il latte vaccino, contiene meno grassi e ha un maggiore contenuto di vitamina C. Grazie alla sua alta digeribilità è consigliato a chi soffre d'intolleranza al lattosio e, in generale, di altre allergie alimentari. Fonte di ferro, calcio, vitamina B, grassi insaturi e proteine, questo prezioso alimento è un vero e proprio elisir della salute, in grado di rinforzare il sistema immunitarioIn Russia, difatti,  viene usato durante i periodi di convalescenza da malattie mentre in Africa è somministrato ai malati di  AIDS.  Fragalà spiega che questo tipo di latte è ottimo per i bambini, in sostituzione del latte materno e addirittura per i malati terminali con problemi di deglutizione.
Prima di concludere una curiosità: il cognome Fragalà, come spiega Santo, è arabo e significa: Gioia di Allah.... Sarà solo un caso? 

Alla scoperta del nuovo Sony XPeria T2 Ultra| Un nuovo Phablet in versione Single e Dual Sim.

Alla scoperta del nuovo Sony XPeria T2 Ultra! Un nuovo Phablet in versione Single e Dual Sim. Scopriamo, direttamente dall’account Twitter di Sony, il nuovo Sony XPeria T2 Ultra, un nuovo Phablet da 6 pollici disponibile sia nella versione Single Sim (ovvero sia con una Sim) sia in quella Dual Sim anche se quest’ultima forse inizialmente non arriverà Italia.
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Sony XPeria T2 Ultra

Il dispositivo proposto da Sony, riprende lo stesso form factor del Sony Xperia Z Ultra anche se l’hardware è decisamente diverso in quanto il nuovo dispositivo si va a collocare nella fascia media del mercato e quindi non certo tra i top gamma della categoria.

Il Sony Xperia T2 Ultra dispone di un display da 6 pollici con risoluzione HD 1280x720 pixel che dovrebbe essere un LCD TFT standard, 1 GB di memoria RAM, GPU Adreno 305 (chip grafico), processore Qualcoom Snapdragon 400 Quad Core da 1,4 Ghz, batteria da 3000 mAh, memoria interna di 8 GB espandibili via Micro SD e spessore di soli 7,7 millimetri.

Nonostante tutto l’hardware sia inferiore al modello di punta, il Phablet è equipaggiato con una fotocamera migliore da 13 megapixel, LED Flash integrato ed obiettivo di tipo Exmor RS,  al contrario di Xperia Z Ultra che invece adotta un 8 megapixel senza Led Flash.
Il Sony Xperia T2 Ultra offre una connettività completa che comprende: Wi-Fi, Bluetooth, NFC ed anche LTE 4G.


Non ci sono informazioni ufficiali per quanto riguarda il prezzo ma Sony ha dichiarato di voler collocare il dispositivo in una fascia di prezzo accessibile, quindi tenendo conto della sua composizione hardware e software, ritengo che il prezzo dovrebbe aggirarsi intorno alle 399.00 . Vi lascio ora ai primi due video promozionali riguardanti le due versioni del prodotto.
XPeria T2 Ultra Single Sim
Xperia T2 Ultra Dual Sim

La Reanult Megane si rifà il look!

La “mediad’oltre alpe si rifà il look! Alla Renault è tempo di facelift anche per la Mégane. è giunto il momento adeguarsi alle necessità imposte da un mercato sempre in movimento. Imperativo dunque aggiornare l’estetica, mantenendo comunque sia inalterata la fisionomia. Da quello che abbiamo modo di vedere, pare che l’obbiettivo sia stato centrato da parte dei designer francesi, che hanno agito nei punti (logicamente) chiave.

Il lato A è stato oggetto di tutta una serie di ritocchi tali, al punto da riconfigurare i gruppi ottici, mutando così l’aspetto frontale. Niente di estremamente radicale, anzi, il tutto è rivolto ad adeguare una vettura divenuta ormai un baluardo della qualità Renault.
E dunque nuova fanaleria, nuova calandra, nuove prese d'aria, ma più di tutto, nuovi parafanghi e nuovo cofano motore. Un cambiamento che avanza sempre più incline al futuro della "Losanga", che mette in primo piano proprio il logo della casa della Régie. Il rinnovato assetto estetico ha introdotto tutta una serie di novità pure sul piano tecnico. Novità che si traducono nell'innesto in gamma della motorizzazione benzina 1.2 Tce da 130 cavalli, che andrà ad affiancare la variante da 115 cv.

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Renault Megane
La versione più potente del compatto "milledue" sovralimentato, potrà essere equipaggiata anche il cambio doppia frizione Edc. Soluzione sino a questo momento esclusiva del modello turbodiesel 1.5 dCi da 110 cv. Ma il restyling della media francese, segna l'uscita dal nostro mercato della Renault Mégane coupé-cabriolet.
Tutti i modelli di famiglia, berlina (definizione attribuita alla cinque porte), Sportour (la station wagon) e Coupé, conservano le dinamiche di bordo usuali.

Un'impostazione che guadagna le "tematiche" multimediali offerte dal sistema R-Link. Un dispositivo, parte della lista degli optional, che mette a disposizione una ricca serie di applicazioni correlate. Il resto è pressoché rimasto invariato. Definito ancora una volta da quella scomoda e obsoleta leva dietro al volante, con cui si regola tutta la sezione audio. Allo stesso modo non ci sono stati passi evolutivi nella gestione del controllo della velocità di crociera, diviso tra tasti sul volante e bottoni sul tunnel centrale. Almeno la Renault Mégane non latita in termini di spazio e di comfort. E su strada si manifesta per ciò che è.

Una vettura per la vita quotidiana, adatta sia alla famiglia sia a chi preferisce stare solo. Il 1.5 dCi da 110 cv si conferma ancora una volta il motore di rifermento tra i turbodiesel compatti. Elastico, fruibile sin dai bassi regimi, è una garanzia in termini di consumi e costi di gestione. Il dato dichiarato relativo al modello "berlina" parla di 3,5 l/100 km nel ciclo combinato, a fronte di emissioni di CO2 pari a 90 g/km.
L'animo sportivo è custodito invece dalla più performante della famiglia Mégane, ossia il modello Coupé R.S.. Ora beneficia di equipaggiamenti derivati da quelli introdotti con la serie speciale Mégane R.S. Red Bull Racing RB8. Il lancio commerciale sarà a partire dal prossimo 25 gennaio. Tre gli allestimenti, Wave, Gt Style ed Energy Gt Line.

Quest'ultimo porta in dote molle e ammortizzatori più rigidi. A cui poi si aggiunge quello specifico di R.S. La dotazione di serie è di per se ricca e completa e la differenza tra una versione e l'altra si palesa in 1.000 euro tondi tondi. Quando il passaggio da berlina a Sportour si chiude a 800 euro. La Coupé fa vita a se stante, mentre l'accessibilità alle differenti motorizzazioni varia in funzione del modello e dell'allestimento. Motorizzazioni che, esclusa la novità del 1.2 Tce da 130 cv, ricalcano la disponibilità dell'edizione passata. La berlina parte da quota 19.300€, invece la coupé da 19.150€.

Deceduto l’ultimo soldato giapponese arresosi nel 1974.

Hiroo Onoda, il leggendario ultimo soldato dell'Esercito imperiale giapponese arresosi soltanto nel 1974, è morto all'età di 91 anni per un infarto in un ospedale di Tokyo dove era stato ricoverato dal 6 gennaio dopo un'insufficienza cardiaca. Onoda, ex ufficiale dell’intelligence, continuò a combattere per decenni sull’isola filippina di Lubang, dove era stato distaccato nel 1944, malgrado la resa del Giappone nella Seconda guerra mondiale.

Hiroo Onoda
Onoda era un membro della classe di comando Futamata Bunko, addestrato come guerrigliero. Nel Natale del 1944 fu inviato nell'isola filippina di Lubang con il compito, insieme con i soldati già ivi presenti, di ostacolare l'avanzata nemica. Aveva ricevuto l'ordine di non arrendersi, a costo della sua stessa vita. Dopo essere sfuggito all’attacco statunitense del 28 febbraio 1945, Onoda ed altri tre commilitoni si nascosero nella giungla, decisi a frenare l’avanzata del nemico ad ogni costo. Non riuscivano a credere che la loro Patria, il grande Giappone, si fosse potuto arrendere. Così nonostante fossero arrivate notizie della fine della guerra, essi non gli diedero peso, e reputarono falsi anche alcuni volantini e foto di famiglia lanciati da un aereo per convincerli a cessare le ostilità. Onoda e i suoi compagni rimasero quindi sull'isola continuando la "missione" e combattendo contro gli abitanti dell'isola (non giapponesi), nascosti nella giungla. I tre vissero di furti di viveri e vestiti dei cittadini filippini. Dopo che un compagno si arrese e gli altri due rimasero uccisi, Onoda continuò da solo la “missione” per quasi trent’anni. Il 20 febbraio 1974, dopo giorni di ricerche, il giapponese Norio Suzuki ritrovò Onoda e fece ritorno in Giappone con le foto del militare e convincendo l'ufficiale diretto superiore di Onoda, il Magg. Taniguchi, a recarsi sull'isola per convincerlo ad arrendersi. Onoda si arrese, riconsegnando la divisa, la spada, il suo fucile ancora perfettamente funzionante, 500 munizioni e diverse granate. Ma al suo rientro in patria la celebrità lo sorprese negativamente; i valori antichi del Giappone secondo i quali aveva vissuto e per i quali aveva combattuto una personale guerra, ai suoi occhi erano scomparsi. Onoda emigrò in Brasile con il fratello Tishro e si sposò nel 1976.
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