Amazon ed il suo
cloud! I
maggiori utilizzatori in
Italia e nel mondo.
Nella settimana passata è stata per la prima volta in Italia, presentata durante l'occasione di un
evento svoltosi a Milano che ha inaugurato anche il
lancio di un
nuovo canale tematico gratuito, esclusivamente dedicato ad essa con
contenuti interamente in lingua italiana. Sto parlando di
Amazon Web Services, meglio conosciuta con l'
acronimo di
Aws, ovvero la
piattaforma di
cloud computing del colosso di Seattle. Non si tratta di un servizio ma bensì di una classe intera di
servizi proposti e
gestiti attraverso un'
interfaccia comune e accessibile facilmente
online. Nella sudetta
piattaforma sono inclusi
soluzioni di tipo
Iaas (la principale è
EC2, acronimo che sta per
Elastic Computing Cloud), alfine di mettere a disposizione delle aziende un intera
infrastruttura Web di
macchine virtuali del tutto personalizzabili, e
applicativi cloud di
tipo Paas (
Platform as a service).
La
piattaforma, nata nel 2006, è usata da decine di migliaia di
aziende nel mondo. dalle più piccole alle più grandi. In Italia, fra le referenze note, ci sono nomi prestigiosi come
Lamborghini e
Gucci, colossi del settore bancario come
UniCredit e
realtà manifatturiere di medie dimensioni come la piemontese
Imperia (produttrice di
macchine per la pasta).
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Colud Amazon |
Negli States le realtà che si sono affidate ad
Aws sono le più disparate, dalle
start up della Silicon Valley alla
Cia, che di recente ha firmato con
Amazon un
contratto di
600 milioni di dollari della durata di 10 anni, passando naturalmente per
Amazon stessa (il sito di
e-commerce). Su
scala internazionale sono clienti di
Aws realtà di
classe enterprise come
Shell e
Schneider Electric e media ed
entertainment company come
Spotify e
News Corporation. Nella
vision di Amazon, il
computing a nuvola non è soltanto uno
strumento tecnologico atto ad ottimizzare l'uso delle
risorse informatiche, è molto di più: un modo per
mettere in relazione diversi soggetti.
Il
programma Aws Activate for Start-ups che opera in
sinergia con
start up, incubatori e acceleratori d'impresa, va esattamente nella direzione di mettere in contatto le
aziende con la
comunità tecnologica e finanziaria. Andando cioè oltre i vantaggi rappresentati dai crediti sui
servizi erogati da Amazon e sul
supporto tecnico.
Steve Midgley, Head of Amazon a livello Emea, ha confermato al
Sole24ore.com come per fare innovazione grazie al
cloud non è necessario sborsare cifre esorbitanti, prova ne sia il gradimento mostrato per
Aws da tante piccole realtà e giovani imprese appena nate, anche italiane e come il
cloud sia avviato a diventare una
tecnologia "mainstream" in tutta Europa e anche in Italia.
Il
manager ha quindi spiegato come la
società non abbia paura della concorrenza per via delle qualità intrinsiche della piattaforma, qualità che in parole povere si possono riassumere in elevati attributi di affidabilità e sicurezza ("è una priorità per
Aws ed è una responsabilità di tutti, provider e utenti") e scalabilità potenzialmente infinita.
Il punto di forza aggiuntivo che
Amazon mette in gioco, oltre alle
capacità prestazionali, è la formula di
pagamento a consumo in modalità "
pay as you go": un'
azienda avvia un progetto a costi di ingresso limitati, ne verifica i riscontri sotto il
profilo del business ed è libera di abbandonarlo in caso di insuccesso.
Aws, questo il concetto che stressano da
Amazon, è un "ambiente" capace di rispondere a tutte le esigenze di un'azienda che affronta progetti di virtualizzazione delle risorse fisiche o che nasce da zero con l'idea di operare in modo sistematico nella nuvola.
Non è, in buona sostanza, un problema di
modello di cloud implementato o desiderato; il punto focale della questione è quello di plasmare l'
infrastruttura informatica rispetto alle specifiche esigenze di elaborazione richieste. "Ogni azienda, afferma infatti
Midgley, ha un proprio ambiente ideale per
operare in cloud". Guardando avanti, ai prossimi 3/5 anni, cosa dobbiamo aspettarci in termini di
evoluzione dei servizi cloud? A questa domanda
Midgley risponde innanzitutto con un sorriso (alludendo, probabilmente, all'impossibilità di descrivere sommariamente lo
scenario tecnologico che ci aspetta in futuro) e quindi allargando il discorso ai
Big Data e all'
Internet delle cose, alla consumerizzazione dell'
It (il cosiddetto
byod, Bring your own device) e all'
e-commerce.
"Le aziende, spiega il manager, avranno una quantità di
dati da gestire e processare realmente enorme e devono affrontare subito questa sfida. Vi sarà, lato piattaforme, un significativo aumento dei requisiti di sicurezza e delle capacità e dei
servizi on demand per gestire i picchi di elaborazione. Per questo il fattore chiave per le infrastrutture sarà la scalabilità".