Il-Trafiletto
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08/08/14

Tolentino città medioevale

Tolentino (m 228 s.m.; ab. 18.053) Si trova nelle Marche, in provincia di Macerata da cui dista 20 km. È situata nella media valle del Chienti, distesa in lieve pendio presso la riva destra del fiume. Tolentino città medioevale L'abitato presenta una pianta compatta tipicamente medioevale, il cui perimetro è ancora delineato per lunghi tratti dalle poderose mura, scarpate nella parte infenore. Il fitto reticolo di vicoli e strettoie sormontati da piccoli archi, propone squarci di Medioevo altamente suggestivi.
Storia Tolentino nasce come colonia greca, quindi colonia e municipio romani. Diocesi dal IV secolo, partecipa al sinodo romano del 487 con il vescovo Basilio. Libero Comune nel 1099, raggiunge nel corso dei secoli successivi una posizione di rilievo per potenza e floridezza economica. Occupata da Percivalle Doria nel 1262, circa un secolo dopo entra a far parte della lega ghibellina promossa dai Visconti. Riportata alla chiesa dal cardinale Albornoz nel 1355, viene da questi concessa ai Varano, il cui governo viene però a lungo osteggiato dai Tolentinesi. In seguito appartiene agli Sforza ma successivamente torna sotto il dominio della Santa Sede, seguendone quindi le sorti. Nel 1797, a palazzo Bezzi, già Parisani, viene firmato il trattato, che dalla città prende il nome, fra Napoleone e la Chiesa.

Arte e monumenti La città conserva una certa unità urbanistica nel nucleo centrale con parte delle mura, la porta della Marina e la porta dei Cappuccini, belle case gotiche e palazzi rinascimentalì, quali palazzo Parisani, attribuito ad Antonio da Sangallo, palazzo Silveri e palazzo già Maurizi. La basilica di S. Nicola da Tolentino, uno dei più celebri santuari marchigiani, risale al secolo Xlll ma è stata quasi completamente rifatta successivamente e possiede un campanile romanico-gotico. La cattedrale di S. Catervo ricostruita nel secolo XnI, è stata quasi completamente rifatta verso il 1830; la chiesa di S. Francesco, originariamente romanica, è stata successivamente rifatta in forme barocche; la chiesa di S. Maria conserva della originaria costruzione del secolo Xlll tracce sulla facciata. Il ponte detto del Diavolo, a.cinque arcate, è stato costruito nel 1268; il castello della Rancia conserva la grossa torre maestra del secolo XII. Nella basilica di S. Nicola si trovano il  
Museo delle Ceramiche, il Museo dell' Opera del Santuario e il Museo Civico. Nel palazzo Parisani-Bezzi si trova il Museo Internazionale della Caricatura.
Manifestazioni Festa patronale di S. Catervo (17 ottobre); Biennale internazionale dell'umorismo nell' arte, in varie sedi (settembre, anni dispari). Nel complesso di S. Nicola, Festival organistico tolentinate (giugno) ed Esposizione dell' editoria marchigiana (settembre).
Prodotti enogastronomici Tra i formaggi si distingue il pecorino.
Il settore enologico comprende il Bianco dei Colli Maceratesi e il Rosso Piceno.

Frustenga
Valori nutrizionali Protidi 13 Lipidi 16 Glucidi 79 Kcal 512
Questo dolce, di impronta campagnola, è tuttora destinato ad accompagnare gli assaggi di vino novello prodotto nelle colline dell' interno marchigiano.

Ingredienti per 6 persone:
*350 g di farina di granoturco
*l litro di latte
*100 g di uva passa
*8 fichi secchi
* l0 noci
*2 bicchieri di vino cotto
*pangrattato *olio d'oliva *sale

Lasciate i fichi e l'uvetta all'ammollo per circa un'ora. Sgusciate le noci, scottate i gherigli in acqua bollente, poi pelateli e tritateli. Preparate una polenta con il latte e un litro e mezzo d'acqua, aggiungendo un po' di sale. A cottura ultimata, rovesciate la polenta in una capace terrina. Strizzate l'uvetta e i fichi, tagliate questi ultimi a pezzetti e uniteli alla polenta. Aggiungete il vino cotto e i gherigli di noce tritati. Mescolate con cura e versate questo composto in una tortiera unta d'olio e spolverizzata di pangrattato. Irrorate la superficie con un filo d'olio, coprite la tortiera con un foglio di carta stagnola e infomate per circa 30 minuti a 180°. Sformate il dolce su un piatto di portata e servitelo tiepido o freddo.

07/08/14

Todi città medioevale

Todi (m 400 s.m.; ab. 17.078) Si trova in Umbria, in provincia di Perugia da cui dista 45 km. È situata nella media valle del Tevere, alla sinistra del fiume su di una collina a forma triangolare, quasi al centro di un anfiteatro di monti, in posizione dominante la confluenza del torrente Naia col Tevere.
Todi città medioevale -.
Todi è uno dei più integri e solenni centri medioevali italiani. Indipendentemente dagli edifici monumentali, l' ambiente urbano è uno dei più caratteristici: vie anguste e tortuose, brune case, archi, piccoli pozzi medioevali nelle strade, i dislivelli creano prospettive varie, con improvvisi scorci panoramici sui colli circostanti.
Storia
Todi sorge in epoca assai remota, roccaforte degli Umbri e soggetta agli influssi e alla penetrazione degli Etruschi, che a poco a poco ne fanno uno dei loro centri maggiori. In seguito è una delle prime città umbre ad essere conquistata da Roma, intorno al 340 a.C., che la fortifica e la consacra al dio Marte. In seguito la città viene eretta a municipio ottenendo poi, col primo triumvirato, il privilegio di battere moneta. Per la sua alta posizione e per il suo forte sistema difensivo, Todi è in gran parte risparmiata dalle invasioni barbariche. Costituitasi in libero Comune nel secolo XII, è travagliata, come tutti i comuni umbri, da violente lotte interne fra le fazioni guelfe e ghibelline e da guerre esterne contro i comuni limitrofi. Nel 1237 entra a far parte della lega dei comuni guelfi e nel 1240, grazie ad un efficiente organismo militare, può sconfiggere le truppe di Federico II.

Il secolo XIII è quello del massimo splendore ma quello seguente segna l'inizio della decadenza. Todi è soggetta a varie signorie tra le quali prevale la famiglia Atti. Nel XIV secolo la città è assoggettata definitivamente alla Chiesa e gli Atti ne divengono vicari pontifici. Da allora segue le vicende dello Stato della Chiesa fino all'annessione al Regno d'Italia. Arte e monumenti

Le cinte murarie testimoniano le tre età e le tre civiltà che sono fiorite in Todi: l'etrusca, la romana e la medioevale. Quest'ultima è la più ampia e ancor oggi in gran parte delimita l'abitato. Vi si aprono tre porte: la Marzia, la porta della Catena, ad arco ogivale, e la porta Perugina. Dell'età romana, oltre a parte delle mura, restano quattro nicchioni sormontati da trabeazione dorica, resti di una grandiosa costruzione di età augustea, un arco della porta Libera e pochi ruderi dell' anfiteatro.
L'autentica atmosfera della città è però medioevale e si esprime particolarmente nella lunga e rettangolare piazza del Popolo, che un tempo era il foro, su cui prospettano il palazzo dei Priori, il palazzo del Popolo, il palazzo del Capitano e il Duomo, iniziato al principio del secolo XII a opera dei maestri Comacini e ampliato e rinnovato nei secoli XIII e XIV. La chiesa di S. Fortunato, a cui si accede dalla scenografica piazza per un'ampia scalinata, risale al 1292, eretta in forme gotiche e continuata fino alla seconda metà del '400. Altre chiese sono S. Ilario, sormontata da campanile a vela, S. Prassede, dalla incompiuta facciata a strisce bianche e rosse, S. Maria in Camuccia, romanica, S. Nicolò de Cryptis, chiesetta del 1093, costruita entro l'arco dell'anfiteatro romano, di cui resta parte della facciata con tre portali.
Nel palazzo del Capitano hanno sede la Biblioteca ed il Museo-Pinacoteca Civici, che comprende materiale archeologico etrusco e romano, una collezione di monete, dipinti di 'scuola umbra e toscana, oreficerie e ceramiche medioevali. Manifestazioni
Festa patronale di S. Fortunato (14 ottobre); il 30 ottobre festa al santuario di Collevalenza; nella settimana santa rappresentazione de "Il pianto della Madonna" di Jacopone da Todi. Rassegna antiquaria d'Italia (aprile); mostra nazionale dell' artigianato (fine agosto-settembre).
Prodotti enogastronomici Tra i formaggi è degno di nota il pecorino, mentre in campo dolciario troviamo il pane nociato.
In campo enologico, la vicina Orvieto produce l'omonimo vino bianco, famoso in tutto il mondo.

Spaghetti ai tartartufi neri
Valori nutrizionali Protidi 13 Lipidi 25 Glucidi 83 Kcal 609
Il tartufo nero pregiato umbro matura da novembre a marzo lungo le verdi vallate della regione fino ai mille metri di altezza. Questo tubero tipicamente umbro, per caratteri botanici e pregi intrinseci del tutto simile a quello francese di Périgord, per esprimersi al meglio ha bisogno di una scaldatina. È proprio per questo che eccelle sugli spaghetti fumanti.

Ingredienti per 4 persone: *400 g di spaghetti
*120 g di tartufi neri
*1 dl d'olio d'oliva *sale
Fate cuocere gli spaghetti in abbondante acqua bollente e leggermente salata, sgocciolateli al dente e metteteli in un piatto di servizio concavo e riscaldato. Nel medesimo tempo versate in un tegame l'olio e fatelo fumare. Gettatevi i tartufi precedentemente ben nettati e pestati a poltiglia nel mortaio. Ritirate immediatamente dal fuoco, mescolate e versate sugli spaghetti. Portate in tavola, date un'ultima rimescolata e servite immediatamente.

06/08/14

Anagni città medioevale

Anagni (m 424 s.m.; ab. 18.618)
Si trova nel Lazio, in provincia di Frosinone da cui dista 22 km. La città si allinea in fila sulla cresta d'uno sperone tufaceo, alta sulla piana solcata dal fiume Sacco.
Anagni città medioevale .Anagni, che conserva testimonianze storiche e architettoniche preromane e romane, è centro di grande mteresse artistico per i suoi monumenti medioevali e per il tessuto urbanistico praticamente intatto dei suoi quartieri duecenteschi e trecenteschi.
Storia La città, un tempo chiamata Anagnia, capitale degli Ernici, viene conquistata dai Romani nel 306 a.c., divenendo prefettura e successivamente municipio. Nel corso della sua storia viene occupata da Pirro (280-275 a.Ci) e saccheggiata da Alarico (410), da Genserico (455) e da Totila (546). Sede vescovile nel 487 , fa parte dapprima del Ducato Romano durante la dominazione bizantina e allo scadere del secolo VIII passa alla Chiesa.

Fino alla prima metà del secolo XII viene dominata dai feudatari della Campagna e in seguito, sorto il Comune, viene travagliata dalle lotte delle opposte fazioni, che si contendono il potere, e dai disordini provocati dall'assenza del governo centrale dei papi trasferitisi ad Avignone dal 1305 al 1377. Ritornata stabilmente alla Chiesa nel 1399, ne segue le vicende subendo l'occupazione dei Colonna nel 1528 e il saccheggio ad opera delle truppe del duca d'Alba nel 1556.

Arte e monumenti. I quartieri a nord di piazza Cavour, la via Vittorio Emanuele, specie nel suo tratto più alto, e la zona attorno al Duomo, sono esempi di edilizia medioevale perfettamente conservati; a quest'epoca appartengono il palazzo comunale, retto da quattro grandiosi archi a pieno centro e ingentilito da finestre gotiche; la casa Barnekow, quasi rifatta con arbitrarie ma pittoresche sistemazioni; il palazzo di Bonifacio VIII, dal grande loggiato a due archi e bifore sulla fronte; l'ex chiesa di S. Chiara e quella di S. Andrea, rifatta in parte in forme tardo-barocche, ma conservante un campanile impostato su un arco. Ma il monumento più importante è il Duomo, maestosa mole con influssi lombardi misti al romanico-classico, eretto nel 1077-1104, poi completato nel '200 con influssi gotici. L'esterno ha semplicissima facciata, di fronte alla quale sorge isolato il maestoso campanile. L'interno è a tre navate su pilastri alternativamente cilindrici e quadrati, con pavimento ad intarsio di marmi colorati, opera raffinatissima dei Cosmati. Di notevole interesse sono la cripta e la cappella di S. Tommaso Becket.
Annesso alla cattedrale vi è un Museo, che contiene una delle più ricche raccolte di paramenti medioevali da chiesa, in gran parte appartenenti alla ricca dotazione di Bonifacio VIII. Manifestazioni Festa patronale di S. Magno (19 agosto).
Prodotti enogastronomici In zona è possibile trovare salumi artigianali di pregio.
In campo enologico, la produzione offre il bianco Torre Ercolana e il rosso Romagnano.

Timballo alla Bonifacio VIII Anagni

Benedetto Caetani, da Anagni, salì al trono pontificale con il nome di Bonifacio, e ad Anagni è nato questo singolare e ricco timballo, vero e proprio piatto da grandi occasioni.
Valori nutrizionali Protidi 68 Lipidi 44 Glucidi 83 Kcal 1000
Ingredienti per 4 persone:
*300 g di maccheroni
*500 g di fesa di vitello
*150 g di animelle di vitello
*150 g di creste e bargigli di pollo
*80 g di fegatini di pollo
*80 g di filoni di vitello
*60 g di prosciutto cotto
*60 g di salsiccia fresca
*30 g di funghi secchi burro
*olio d'oliva vino bianco secco Marsala
* brodo *mollica di pane *latte *cipolla * aglio * timo in polvere
* prezzemolo *1 uovo * farina tartufo nero di Norcia * sale e pepe
Scottate le animelle, le creste e i bargigli di pollo in acqua bollente, levate a tutto la pelle, sgranate le animelle. Rimettete creste e bargigli in acqua fredda salata, cambiandola spesso, per tre ore. Ammollate i funghi in acqua, tagliateli a pezzi regolari, fateli saltare in padella con poco burro, poi aggiungete i filoni, i bargigli, le creste, le animelle, i fegatini tagliati tutti a pezzi regolari. Insaporite con 1 dl di vino bianco, 1/2 dl di Marsala, sale, pepe, brodo leggero e portate a cottura.

Mescolate in una scodella la carne di vitello, passata due volte al tritacarne, una punta di timo, un pugno di mollica di pane bagnata nel latte e strizzata, e aggiungete il prosciutto, la salsiccia, 1/2 cipolla, 1 spicchio d'aglio e un ciuffo di prezzemolo, il tutto tritato finemente. Amalgamate tutto con un uovo sbattuto, salate se necessario, e formate delle polpettine. Infarinatele e rosolatele in un tegame con olio e burro. Fatele indorare bene da entrambe le parti. Eliminate il grasso in eccesso e lasciatele andare per 15 minuti con 1/2 bicchiere di vino bianco, in un recipiente coperto a fuoco moderato.

Cuocete i maccheroni al dente, conditeli con il composto precedentemente realizzato, versate tutto in uno stampo unto di burro e foderato completamente con lamelle di tartufo nero di Norcia. Infomatelo a calore medio per 15 minuti. Rovesciate il timballo su un piatto di portata e decorate con le polpettine.

05/08/14

Erice città medioevale

Erice
(m 751 s.m.; ab. 25.275) Si trova in Sicilia, in provincia di Trapani da cui dista 14 km.
E' situata sulla sommità del monte cui da il nome, che si eleva presso la costa mediterranea, alle spalle di Trapani.
Erice città medioevale . Distesa su un alto, isolato monte calcareo, Erice disegna con il suo edificato medioevale un triangolo regolare, denso di significati simbolici.
Le architetture medioevali sono disposte secondo modi che ricordano vagamente la civiltà islamica. Le strade pavimentate a riquadri, sembrano lunghe tovaglie pulite; i curatissimi cortiletti fioriti, raggiungibili attraverso archivolti, avvolgono il visitatore in un'atmosfera d'altri tempi.
Storia . Di origine assai antica, Erice è abitata dagli Elimi, che la rendono celebre erigendovi un tempio dedicato alla dea della fecondità (denominata di volta in volta Astarte, Afrodite e Venere), quindi appartiene ai Cartaginesi e ai Romani che sempre vi mantengono vivo il culto per quella divinità femminile. Dopo la decadenza di quell' antichissimo tempio, Erice ricompare come un grosso centro normanno con il nome di Monte San Giuliano. Ed è proprio ai Normanni che si deve la rinascita urbana, con il potenziamento della poderosa cinta di mura e la costruzione di un forte-castello. Fino al secolo XV, Monte San Giuliano rimane un baluardo di alto valore strategico; in seguito l'affermarsi di Trapani segna il declino della città, che segue le vicende del più importante centro.

Arte e monumenti Della città del periodo greco sussistono resti monumentali, e precisamente le grandi mura del secolo V a.C. con torri, porte e cortine, ben conservate sul lato nord-orientale, ma con rifacimenti romani e soprattutto normanni. Ma il castello che domina la città con grandiose torri merlate, diviso in vari nuclei, è più tardo e risale ai secoli XII e XIII ed è tra i più interessanti castelli siciliani.
La chiesa madre dell' Assunta Iniziata nel 1314, si presenta in forme gotiche, rese ibride e teatrali all'interno da un rifacimento del 1865. Tra le altre numerosissime chiese, spesso caratterizzate da singolari cupolette di derivazione arabo-medioevale, vanno ricordate: S. Antonio, del secolo XIII; l'Annunziata, con interessanti resti d'età gotica; S. Cataldo, d'origine medioevale ma rifatta nel periodo barocco; S. Martino, con pregevoli decorazioni; S. Giuliano, a cupola e S. Pietro, con elegante interno ellittico.
Cenno particolare meritano la chiesa dell' Addolorata, di forme gotico- rinascimentali con un'interessante cappella dell'epoca, e quella di , S. Giovanni Battista, con portale medioevale, strutture barocche e pregevoli opere rinascimentali.
Manifestazioni Festa patronale della Madonna di Custonaci (ultimo mercoledì di agosto); tradizionale la processione dei Misteri il Venerdì Santo. Estate Ericina con manifestazioni varie (luglio-agosto).
Prodotti enogastronomici Data la vicinanza col mare, sono da ricordare la bottarga, uova di tonno salate ed essiccate al sole nel loro involucro, e il musseddu, filetto di delfino o di tonno salato ed essiccato. Vi si trova dell'ottima pasticceria e, soprattutto, una cassata ripiena di pasta reale. In zona vi è una certa produzione vinicola che però non offre vini DOC.

Cuscusu Erice  
Valori nutrizionali Protidi 36 Lipidi 28 Glucidi 69 Kcal 672
Come indica chiaramente il nome, il piatto è di origine araba e altro non è se non il cuscus tunisino che, varcato il Canale di Sicilia, si è attestato nella zona di Marsala e di Trapani. L'apposita pentola, detta coscoussier, qui è chiamata mafaradda.
Ingredienti per 6 persone:
*500 g di cuscus medio
*1,300 kg circa di pesce di varie qualità
*olio d'oliva
*2 cipolle
*1 spicchio d'aglio
*prezzemolo tritato
*alloro
*4 pomodori ben maturi
*1 bustina di zafferano
*mandorle tritate *sale *pepe
Pulite e lavate il pesce e tagliatelo a pezzetti. Fate soffriggere, in 7-8 cucchiai d'olio, le cipolle affettate, lo spicchio d'aglio tritato e un cucchiaio di prezzemolo. Unite una foglia d'alloro e i pomodori tagliati a pezzetti. Adagiate il pesce nel recipiente e ricopritelo a filo con dell'acqua. Salate, pepate, stemperate lo zafferano in un po' d'acqua calda. e aggiungetelo alla preparazione assieme alle mandorle tritate. Portate a cottura a fuoco moderato. Quando il pesce sarà cotto e il sugo convenientemente addensato, togliete dal fuoco. Bagnate con parte della salsa di cottura la semola che, nel frattempo, avrete cotto al vapore. Disponete il pesce al centro di un grande piatto di portata e versatevi sopra la salsa rimasta. Contornatelo con la semola e servite.

04/08/14

Castelfranco città medioevale

Castelfranco Veneto (m 43 s.m.; ab. 28.511)
Si trova nel Veneto, in provincia di Treviso da cui dista 26 km. È situata nella pianura ad est di Treviso, alla sinistra del torrente Musone, affluente del Brenta.
Castelfranco città medioevale Castelfranco Veneto si caratterizza per l'impronta quadrangolare del suo nucleo storico, sorto in posizione militarmente strategica, completamente circondato da un canale e da un terrapieno erboso su cui sorgono le mura.
Storia La città viene fondata nel 1199 da cento famiglie trevigiane su un probabile castrum romano. Per la sua fiorente economia, favorita da una particolare politica fiscale, e soprattutto per la sua posizione strategica è ambita e attaccata da Padovani e Feltrini, nel 1215 e nel 1220. Dopo il regime ezzeliniano, tragicamente cessato nel 1259, e un breve periodo di signoria caminese e scaligera, passa a Venezia il cui dominio, temporaneamente interrotto dalla guerra della lega di Cambrai, dura fino alla fine della Repubblica, nel 1797.
 In seguito passa agli Austriaci che la elevano al rango di città e la tengono fino al 1866, anno dell'annessione al Regno d'Italia.
Arte e monumenti Il nucleo originario della città è raccolto entro la cinta delle mura merlate del castello eretto dai Trevigiani, intervallate dai quattro torrioni angolari e dall'imponente torre mediana, o dell'Orologio, sopraelevata e adattata a campanile del Duomo nel secolo XVIII. Castelfranco ha una lunga e pittoresca fila di case e portici, ed antichi edifici con eleganti logge ed affreschi. Appartengono al secolo XV l'antico albergo Alla Spada con facciata affrescata da B. e C. Campagnola, il palazzo Menegosto, la casa Costanzo e la loggia del Pavaglione.
Notevole è la casa ritenuta del Giorgione, oggi Museo Giorgionesco, con un bellissimo affresco decorativo all'interno attribuito all'artista stesso. Cinquecentesche sono le case Piacentini, ora albergo alla Stella, Bovolini-Pinarello, Marta e Rainati, tutte affrescate, ed ipalazzi Novello-Chiavacci, Colonna-Rainati e De Castellis. Il '700 rinnova il volto della città e l'architettura di molti edifici.
A questo periodo risalgono S. Maria della Pieve, con grande pronao corinzio, opera di G. Riccati, la chiesa di S. Giacomo Apostolo, opera di G. Massari, il Teatro Accademico e il palazzetto della Biblioteca Civica, progettati da F.M. Preti. Il Duomo di S. Liberale, di linee palladiane, è ricco di notevoli opere d'arte, tra cui una notevole pala del Giorgione, eseguita intorno al 1505, e dipinti di A. Zanchi, Palma il Giovane e P. Piazza. La sagrestia conserva brani di affreschi di P. Veronese, dipinti di P. Damini, P. Piazza e G.B. Ponchini, preziosi paramenti e suppellettili sacre e rari codici miniati. Settecenteschi sono pure i palazzi Duodo e Azzoni-Avogadro, con stucchi ed affreschi dell'epoca, ed il palazzo Novello-Baggio.
Il Museo Civico, che accoglie anche la Biblioteca Comunale, raccoglie reperti archeologici romani, armi, cimeli, stampe e dipinti.
Manifestazioni Festa patronale di S. Liberale (27 aprile); fiera del radicchio castellano (dicembre). Concorso internazionale per cantanti lirici (luglio).
Prodotti enogastronomici La specialità ortofrutticola della zona è il radicchio castellano o variegato.
Tra i formaggi troviamo il pannarello, il latteria e la casatella trevigiana.
In campo enologico, le vicine Conegliano e Valdobbiadene sono famose per la produzione di Prosecco, Cartizze e Spumante.

Radicchio variegato al gorgonzola
Valori nutrizionali Protidi 7 Lipidi 15 Glucidi 27 Kcal 271
Ingredienti per 4 persone:
*500 g di radicchio variegato
*150 g di pane raffermo
*50 g di gorgonzola
*olio d'oliva
*succo di limone
*aglio *pepe *verde
Mondate il radicchio, lavatelo in acqua corrente, sgocciolatelo e asciugatelo con cura, poi tagliatelo e accomodatelo in un' insalatiera. Sciogliete in olio d'oliva e succo di limone dei pezzettini di gorgonzola. Tritate del pepe verde ed aggiungetelo alla salsa con la quale condirete il radicchio incorporando ad esso il pane raffermo tagliato a dadolini minuti e fritto in olio dove avrete schiacciato un paio di spicchi d'aglio. Il radicchio variegato di Castelfranco si presta meno alle cotture di quello di Treviso: è soprattutto una stupenda insalata, di gusto delicato e dai colori meravigliosi che con la cottura scompaiono.
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