La frenetica
corsa allo spazio si volge sempre più costantemente verso
Est! La
Cina ha appena lanciato con successo un suo
razzo,
Lunga Marcia 3B in direzione della
Luna, con a bordo un carico davvero molto importante: un
lander, partito il 30 novembre scorso, che atterrerà sulla
Luna, conducendo un
rover dal nome mitologico di
Yutu (
coniglio di Giada), che avrà il compito di studiare le
rocce lunari. Nello stesso momento, l'
India procedeva con l'ultima
correzione di rotta per il suo
satellite Mangalyaan, lanciato pochi giorni fa, direzione
Marte, dove vuole arrivare a tutti i costi prima dei cinesi che hanno nel loro programma anche
escursioni marziane, ma soltanto in un futuro prossimo.
La "
corsa"
spaziale, con ovvi appendici di
prestigio interno e
internazionale, pare diventare sempre più una sorta di competizione per arrivare primi sul
mercato delle materie prime rare.
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Yutu "Coniglio di Giada" il lander Cinese sulla luna |
Soltanto tre anni fa parlare di
miniere spaziali pareva essere solo una favola per
futurologi, invece oggi lo troviamo come
tema fondamentale dei programmi della
Nasa, che vuole andare in profondità negli
asteroidi di
compagnie private come l'americana
Spacex e ora, con tutta chiarezza, anche della Cina.
Ci si potrebbe domandare infatti che senso ha, a 40 anni dagli ultimi
viaggi di astronauti americani sul nostro
satellite, la
Luna, mandarci un
rover piccolino, dalle dimensioni - grosso modo - di una nostra lavatrice, con
6 mini ruote motrici, molto simile a quello della
Nasa ora su
Marte,
Curiosity, che però ha le dimensioni di un
mega Suv terrestre. Infatti, qualcosa che non torna, nella vicenda, c'è.
L'
unità lander di
allunaggio è piuttosto grossa, più di quel che servirebbe a contenere il piccolo rover il cui nome,
Yutu,
coniglio di Giada, deriva da un abitante della
Luna secondo la
mitologia cinese. L'idea di parecchi
specialisti è che potrebbe servire in un prossimo futuro per portare diciamo 3 tachionauti, gli astronauti cinesi, in avanscoperta per formare una colonia lunare di sfruttamento delle risorse minerarie. La Luna quindi vista come estensione
tecnologica delle
miniere terrestri, in cui già la Cina ha una posizione di predominio per esempio per elementi come le terre rare, fondamentali per la tecnologia odierna. Questa è un'idea corroborata peraltro da dichiarazioni dei responsabili dell'
Agenzia Spaziale Cinese.
Certamente la Cina deve superare la barriera della
tecnica di allunaggio, che finora è riuscito solo agli
Usa e alla vecchia
Unione Sovietica, e ha ancora qualche problema con le
trasmissioni Terra-Luna, ma questa missione serve a testare anche tante tecnologie importanti, che però all'80% sono di sviluppo e fabbricazione cinese.
Quello che deve quindi dimostrare questo piccolo rover di 120 chilogrammi di peso, che arriverà a metà dicembre nel
Sinus Iridum lunare, la
Baia degli Arcobaleni, e che si muoverà alla bella velocità di 220 metri all'ora, è quindi importante, ma il vero piatto forte della missione è capire definitivamente se val la pena andare oggi in forze sulla Luna e soprattutto se può essere remunerativo.
Nel 1976, anno dell'ultimo allunaggio dovuto a un mezzo dell'Unione Sovietica del litio e altro per cellulari e computer non importava nulla a nessuno. L'Europa curerà le trasmissioni di questa missione, campo in cui abbiamo esperienza, mentre la Cina continua nel suo piano spaziale, che ha già raggiunto risultati significativi, con i 5 voli umani effettuati negli ultimi anni anche con attività extraveicolari, la costruzione di una stazione spaziale, il "
Palazzo Celeste", del sistema analogo all'
americano Gps, con ben 35
satelliti, in via di realizzazione.