Il-Trafiletto
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13/10/14

Sempre più fosco il giallo di Pantani | un fax cambia l'ora della morte

La morte di Pantani si tinge di un giallo fosco per alcuni inquetanti particolari, emersi nel corso delle indagini riaperte con l'ipotesi di omicidio, dieci anni dopo il fatto. Un fax giaceva dimenticato tra le carte investigative sul quale si legge un'ora diversa della morte di Pantani.


Trovato un fax del 16 febbraio 2004 inoltrato alle 20.50, 48 ore dopo la scoperta del cadavere del corridore. Spedito dal medico legale Giuseppe Fortuni, un’autorità del settore: sul suo tavolo autoptico sono passati i corpi di Ayrton Senna e Meredith Kercher, destinato al magistrato di Rimini Paolo Gengarelli, che aveva incaricato Fortuni dell’autopsia. Il fax che portava in calce  «riservato e urgente», conteneva il risultato dell'esame autoptico del medico: «Al termine dell’esame autoptico sulla salma, la informo che il decesso può datare attorno alle ore 17 del 14 febbraio 2004... Allo stato attuale delle indagini medico-legali, la causa può essere indicata in un collasso cardiocircolatorio terminale».

Ma perchè mai nel rapporto definitivo il medico cambia versione e colloca l'ora del decesso tra le 11.30 e le 12.30, come dimostrato dai dati raccolti da chi per primo ispezionò il cadavere al Residence Le Rose di Rimini (il dottor Francesco Toni) e dalle evidenze dell’autopsia. Orario confermato dalla recente perizia del professor Francesco Maria Avato, consulente della famiglia Pantani, che si limita a posticipare la morte di 15 minuti. Ma se Giuseppe Fortuni è un’autorità del settore, per quale motivo formalizzare un orario di morte incompatibile con le evidenze scientifiche?

Ma un altro aspetto inquietante avvalora l'ora del decesso indicata sul fax. Pantani portava al polso, un Rolex Daytona a cui Marco era legatissimo. L’orologio segna cinque meno cinque. Un dettaglio che (come le impronte digitali o la cocaina presente su un bicchiere e su una bottiglia a fianco del corpo) viene trascurato. Il Daytona fu restituito alla famiglia che l’ha conservato come un cimelio. Secondo i tecnici un orologio come quello si ferma se sta immobile per 50 ore oppure se subisce un forte urto. Il colpo l’orologio di Pantani l’ha subito alle 5 meno 5 del 14 febbraio. Alle cinque del mattino Pantani era certamente vivo. Alle 17 era morto da cinque ore secondo la perizia medica legale ufficiale oppure stava morendo secondo il primo rapporto inviato da Fortuni. E qui il giallo vira verso il nero, perché se Pantani è morto attorno alle 12 (come confermano dati oggettivi e incontestabili) bisogna spiegare perché l’orologio si ferma alle 17, la medesima ora indicata nel primo rapporto di Fortuni.

Davanti al procuratore capo di Rimini, Paolo Giovagnoli, in questi giorni sfilano vecchi e nuovi testimoni dell’inchiesta. Secondo i legali dei Pantani alcuni testimoni sono in grado di smontare uno degli assunti incrollabili degli investigatori: quello che nella stanza B5 del Residence Le Rose di Rimini non sia entrato nessuno da tre giorni prima della morte del Pirata al momento della scoperta del cadavere. Qualcuno deve aver causato il blocco dell’orologio e provocato l’ormai palese messa in scena di una camera «messa a completamente soqquadro in un delirio da cocaina» dove però non venne trovato un solo oggetto danneggiato, compresi specchi e ceramiche, delicatamente appoggiati sul pavimento. Troppo ben organizzato per definirlo "caos da delirio di cocaina".




03/10/14

La dicotomia della natura umana

La cara vecchia Londra di fine ottocento ha ancora molto da raccontarci e molto da insegnarci attraverso gli autori che camminarono per le sue vie e che, tra quelle stesse strade, ambientarono i loro libri. Ad accompagnarci oggi tra le nebbie londinesi due famosi personaggi, nati da un sogno e ripresi sovente in altre opere, ma nati dall'eccezionale mano di Robert Louis Stevenson. Il libro di oggi, come avrete sicuramente già capito, è proprio Lo strano caso del Dr Jekyll e di Mr Hyde.

“Sia sul piano scientifico che su quello morale, venni dunque gradualmente avvicinandomi a quella verità, la cui parziale scoperta m'ha poi condotto a un così tremendo naufragio: l'uomo non è veracemente uno, ma veracemente due.”
Lo strano caso del
dottor Jekyll e del
signor Hyde

Il Dottor Jekyll è un medico dedito agli studi sulla psiche umana e sulla morale degli individui. Nella convinzione che ogni individuo possieda al proprio interno due entità distinte, decide di creare una pozione in grado di far emergere questo io nascosto. Da questa pozione testata sulla propria persona il Dottor Jekyll libererà Mr. Edward Hyde, una creatura completamente diversa da quella del dottore, votata al male e all'omicidio.

“Dalla mutevole inconsistenza delle nebbie che si erano troppo a lungo beffate di lui, guizzava fuori all’improvviso il presentimento inequivocabile di un demonio.” 

Iniziamo col dire che, nella traduzione italiana, questo libro ha cambiato molte volte titolo, talvolta simile a quello originale, talvolta completamente diverso. Quello che però non è mai cambiata è la sostanza del romanzo più importante di Stevenson, considerato uno dei più grandi classici della letteratura fantastica.

Come Wilde, anche Stevenson si sofferma sulla duplice natura degli esseri umani, composta da due forse distinte e contrapposte. In questo romanzo le due forze sono rappresentate dal Dottor Jekyll e da Mr Hyde. Se Jekyll è la coscienza morale, la bontà e la legge, Hyde è l'altra faccia della medaglia, fatta di malvagità senza coscienza, di bassezza e crudeltà senza limite.

“Pensavo che se ognuno di questi avesse potuto essere confinato in un’entità separata, allora la vita stessa avrebbe potuto sgravarsi di tutto ciò che è insopportabile: l’ingiusto avrebbe potuto seguire la propria strada di nequizie, svincolato dalle aspirazioni e dalle pastoie del virtuoso gemello; al giusto sarebbe stato dato altresì di procedere spedito e sicuro nel suo nobile intento, compiendo quelle buone azioni che lo avessero gratificato, senza essere più esposto alla gogna e al vituperio di un sordido compagno a lui estraneo. Era una maledizione del genere umano che questo eteroclito guazzabuglio dovesse così tenacemente tenersi avviluppato... che fin nel grembo tormentoso della coscienza questi gemelli antitetici dovessero essere in perenne tenzone. Come fare, allora, a separarli?”

Dal buon proposito del dottor Jekyll ne scaturiscono conseguenze inaudite che lo porteranno ad un'inevitabile fine. Una volta infatti che questo lato oscuro della natura umana viene allo scoperto, sembra non voler più tornare al proprio posto, vincolato e controllato dalla coscienza dominante.

Nelle rappresentazioni cinematografiche, così come nei fumetti, la maggior parte delle volte Mr Hyde viene rappresentato come un gigante, una creatura enorme e fortissima. Una scelta comprensibile dal punto di vista scenica, ma completamente sbagliata dal punto di vista letterario in quanto stravolge il significato che Stevenson voleva comunicare.
Robert Louis Stevenson

Per anni Jekyll aveva vissuto la propria vita seguendo la propria coscienza e la propria natura benevola, così che la natura di Hyde non era mai riuscita a crescere e svilupparsi appieno. Ecco dunque perché all'alta e prestante figura del dottore è contrapposta la piccola e contorta figura di Hyde. Una dualità insita in ogni essere umano: dove una metà cresce e matura, l'altra vive nell'ombra senza possibilità di vedere mai la luce.

“Il lato perverso della mia natura, era meno sviluppato del lato buono di cui m'ero spogliato; e con questo si spiega il fatto che Edward Hyde era tanto più basso e giovane di Henry Jekyll. Come la bontà splendeva nell'aspetto dell'uno, così la depravazione era scritta sul volto dell'altro. Il male (che credo sia la parte mortale dell'uomo) lasciava su quel corpo un'impronta di deformità e di decadenza. Eppure, guardando quella brutta immagine allo specchio, non provavo alcuna ripugnanza, ma un moto di soddisfazione. Anche questo ero io.”

Un romanzo dunque dalle tinte noir, gialle con contaminazioni di mistero e terrore dove Stevenson sviscera il difficile argomento del Bene e il Male.

(Le immagini presenti in questo posto sono state prese da internet, le informazioni generali del libro sono state prese dalla Wikipedia)

04/07/14

Un giallo dove non te lo aspetteresti

Se vi faccio il nome di Isaac Asimov, tutti voi (mi auguro davvero che tutti lo abbiate almeno sentito nominare) pensate ai suoi libri di fantascienza per cui è diventato famoso. Quanti di voi però sanno che Asimov ha scritto anche diversi gialli? Ebbene sì e il giallo di cui vi parlo oggi è Rompicapo in quattro giornate.

Isaac Asimov
Darius Just, scrittore di poca fortuna ma dotato di grande acume, si trova a partecipare ad un congresso dell'American Booksellers Association. Una convencion che inizia però subito con un mistero. Alla stanza 1511 del grande albergo che, tra conferenze, incontri e pranzi, ospita il congresso, viene inviato in misterioso pacchetto. Di lì a poco viene poi scoperto un cadavere, ad indagare, insieme alla polizia, sarà proprio Darius, che dovrà risolvere il mistero in soli quattro giorni, prima cioè che il congresso si concluda e l'assassino scompaia definitivamente.

Scritto nel 1976 e giunto in Italia l'anno successivo, Rompicapo in quattro giornate è un giallo deduttivo, un poliziesco con brevi incursioni nella fantascienza. I gialli di Asmov infatti non si allontanavano mai molto dal monto fantascientifico da lui creato. A differenza dei suoi romanzi prettamente di fantascienza, nei gialli la modernità e i robot rimangono in secondo piano, un sottofondo che racchiude il giallo dandogli quel tocco in più da renderlo unico.

Rompicapo in quattro
giornate
Particolarità di questo romanzo è che l'American Booksellers Association si svolse esattamente come descritto nel libro, così come la maggior parte dei personaggi citati e descritti, tra i quali lo stesso Asimov, erano realmente presenti a quel congresso. Ovviamente l'unica cosa inventata è l'omicidio e la conseguente soluzione del caso, quella è tutta opera del grande Asimov.

Rompicapo in quattro giornate è un giallo scorrevole e bel organizzato, come lo avrebbe potuto scrivere la Christie o Conan Doyle. La cosa interessante di Asimov è che anche nei suoi libri prettamente di fantascienza inserisce sempre, qua è là, elementi gialli. La saga sui Vedovi Neri ne è un esempio, ma anche le avventure di Lucky Starr. Giallo e fantascienza quindi possono avere molte più cose in comune di quante si possa immaginare, e Asimov lo dimostra egregiamente.

Asimov è considerato il re della fantascienza, e nessuno lo mette davvero in dubbio, ma io gli darei, se non un trono, almeno un titolo per la sua carriera di giallista. Se non avete mai letto niente di Asimov in veste di investigatore, cominciate da qui, è un buon punto di partenza.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet)

30/06/14

Diffidate dalle vecchine fragili e all'apparenza innocenti!

La scrittrice britannica Agatha Christie (il cui vero nome è Agatha Mary Clarissa Miller) è una delle più famose scrittrici di gialli al mondo, e il suo Hercule Poirot è conosciuto da tutti anche solo per fama. Il giallo di oggi però non ha come protagonista il grande investigatore belga, bensì un altro personaggio famoso creato dall'abile penna di Agatha Christie, ovvero Miss Jane Marple. Mettetevi dunque comodi lettori perché il libro di oggi è C'è un cadavere in biblioteca.
Agatha Christie

La tranquilla mattina del colonnello Bantry e di sua moglie Dolly viene improvvisamente interrotta da una delle cameriere terrorizzata dopo aver scoperto, in biblioteca, il cadavere di una sconosciuta in abito da sera. Nessuno in casa ha mai visto quell'uomo né sa spiegarsi il motivo per cui sia stata assassinata proprio lì. La polizia comincia subito ad indagare, aiutata dall'arguta e simpatica Miss Marple.

Pubblicato per la prima volta nel 1942 e in Italia nel 1948, C'è un cadavere in biblioteca si presenta subito come un Signor Giallo, cosa c'è infatti di più misterioso di un cadavere in una villa in cui non ha nulla a che fare? Ed è proprio da qui che la Christie dipana il suo giallo, puntando l'attenzione sui vari attori posti sulla scena. Ognuno di loro è sospettabile, ognuno di loro può essere stato l'assassino, ma chi? E soprattutto perché?

C'è un cadavere
in biblioteca
Madrina di questo giallo è lei, l'arzilla vecchina, acuta e dalla pungente simpatia, che con facilità disarmante, tra una sferruzzata e l'altra, risolve il caso: Miss Jane Marple. Come Poirot anche Miss Marple non si è mai sposata, ma a differenza di Hercule che fa l'investigatore di professione, Jane Marple risolve i misteri per puro hobby.

Come per tutti i romanzi della Christie, C'è un cadavere in biblioteca è un romanzo scorrevole e piacevole da leggere, ricco di suspance e ragionamenti minuziosi. Miss Marple poi è la classica zitella un po' impicciona, ma con quella pungente ironia che la rende subito adorabile. Lei, così fragile e delicata, affronta da sola il male generato da un assassino.

Poirot e Miss Marple non si sono mai incontrati in un romanzo di Agatha Christie, in effetti un ego come Poirot non permetterebbe l'entrata in scena di un'investigatrice altrettanto infallibile, ma immaginare una tale possibilità non guasta mai e chissà, magari un giorno uno scrittore raccoglierà la sfida e creerà un giallo degno della Christie con i suoi due grandi investigatori.

(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet. Le informazioni riguardanti l'autrice e la pubblicazione del libro, sono state invece prese dalla Wikipedia)

13/06/14

L'umorismo, irriducibile espressione dell'etica

Nel 1985, dopo aver scritto diversi libri per ragazzi, Daniel Pennac (pseudonimo di Daniel Pennacchioni) cominciava la sua serie forse più famosa, quella il cui protagonista è un capo espiatorio di “professione”: Benjamin Malaussène. Il primo capitolo di questa serie di libri è Il paradiso degli orchi ed è il libro di cui vi parlerò oggi.
Il paradiso degli orchi
Il paradiso degli
orchi

Siamo nella Parigi degli anni '80. Benjamin Malaussène è un capro espiatorio: un uomo pagato per prendersi la responsabilità di qualunque guasto di qualunque oggetto venduto ai Grandi Magazzini. Ogni volta che viene chiamato all'Ufficio Reclami deve ripetere la stessa partitura: impietosire a tal punto l'acquirente da costringerlo a ritirare il reclamo. Proprio dopo aver concluso una sua performance, nei Grandi Magazzini scoppia una bomba: un boato, delle urla, poi il silenzio. Una sola vittima: un uomo dilaniato, ritrovato con la patta aperta.


“In poesia i silenzi hanno lo stesso ruolo che in musica. Sono una respirazione, ma sono anche l'ombra delle parole, o il loro riflesso, dipende. Per non parlare dei silenzi annunciatori. Ci sono infiniti tipi di silenzi, Clara. Per esempio, prima che tu ti mettessi a recitare, stavi fotografando il gatto bianco sulla tomba di Victor Noir. Supponi che dopo che avrai recitato noi tacciamo. Sarà forse lo stesso silenzio?”

Daniel Pennac
Daniel Pennac

Il paradiso degli orchi è un esile libricino, ma talmente pregno di dissacrante e allucinatoria ironia da finire troppo presto. La cosa che sorprende è che sotto l'ironia pungente e la disastrosa realtà, si nasconda anche un giallo davvero niente male.

Se poi al giallo si aggiunge la straordinaria capacità di Pennac di creare personaggi così semplici e allo stesso tempo reali e concreti, si ottiene un libro davvero riuscito. Un giallo anomalo, con un protagonista dal lavoro inimmaginabile. Un intreccio tra personaggi e vite davvero ben costruito. Ma in tutto questo dissacrante umorismo c'è una saggezza di fondo.


“Gli orari della vita dovrebbero prevedere un momento, un momento preciso della giornata, in cui ci si potrebbe impietosire sulla propria sorte. Un momento specifico. Un momento che non sia occupato né dal lavoro, né dal mangiare, né dalla digestione, un momento perfettamente libero, una spiaggia deserta in cui si potrebbe starsene tranquilli a misurare l'ampiezza del disastro.”

Il paradiso degli
orchi (film)

Va detto che Pennac non è un autore adatto a tutti i palati. E' come una pietanza dal sapore insolito: c'è chi a piace al primo boccone, a chi piace solo dopo diversi assaggi e a chi invece non piacerà mai. Non c'è niente di male in questo, come per ogni cosa ognuno ha i suoi gusti. Se non sapete che gusto ha per voi Pennac, allora cominciate da questo libro, è una buon punto di partenza. Se invece la lettura vi spaventa, vi posso rincuorare dicendovi che ne hanno fatto anche un film.





(Le immagini presenti in questo post sono state prese da internet, le informazioni riguardanti il libro e l'autore sono state prese dalla Wikipedia, le citazioni invece dal libro di cui il post stesso parla)

02/06/14

IL COLORE DELLA SALUTE

Come un elemento visivo influenza le risposte del nostro organismo

Icolori sono un esempio di come si può condizionare lo stato d'animo e i sentimenti favorendo la guarigione di molti disturbi comuni.
Usati insieme alla comprensione del linguaggio degli organi e delle moderne tecniche mediche hanno un effetto sinergico, cioè si potenziano a vicenda.
È ormai dimostrato che ciascun colore ha una sua specifica lunghezza d'onda, grazie alla quale le tinte possono essere percepite dall'occhio umano e attraverso questa via entrare nel corpo e svolgervi pregevoli effetti positivi.
Non si tratta di cose prive di fondamento scientifico, come molti scettici sono portati a credere ma di un approccio medico in tutti i sensi. In definitiva, sensibilizzarsi al colore assicura uno strumento in più per formulare diagnosi precise e accelerare così i processi di guarigione.
Ecco una panoramica sui colori e sulle malattie per le quali sono più adatti.


 ROSSO Ha un potere decongestionante: applicato sulla schiena e nella zona vicina al cuore può favorire l'aumento dei globuli rossi; sulle piante dei piedi migliora la circolazione; a livello dell'ombelico e dell'inguine aiuta a contrastare la stipsi.

 
ARANCIONE Ha una funzione normalizzatrice e si adopera per asma e disturbi respiratori, crampi e spasmi muscolari, disfunzioni della tiroide, ulcera, disturbi digestivi. Aiuta a recuperare entusiasmo e vitalità. 


GIALLO Ha un effetto stimolante sull'apparato locomotore e sulla sfera
intellettiva. Va evitato se si soffre di stati nervosi e insonnia, nevralgie,ipertensione, tachicardia, febbre, infiammazioni.


VERDE Agisce come rivitalizzante e riequilibrante sull'intero organismo: tonifica il sistema nervoso, ha funzioni depurative a livello di fegato e reni.


BLU Spiccate proprietà calmanti e rilassanti, non a caso è l'ideale per far
scendere la temperatura corporea e curare la tachicardia. E ancora. Va bene per contrastare le infezioni, i mal di testa, l'insonnia e l'ipertensione di origine nervosa. Negli ospedali, in alcuni reparti pediatrici, impiegano la luce blu per lottare con il cosiddetto ittero


VIOLA Stimola l'attività della milza, cura i reumatismi, le malattie della pelle e i disturbi che interessano la vescica. 


INDACO Buono nelle infiammazioni degli occhi, nelle otiti e in altri disturbi dell'orecchio. Calma la febbre e la diarrea. 



11/02/14

Trovata morta la sorella di Julia Roberts

Poche parole a commentare l'accaduto:"Siamo tutti scioccati, tristi ad apprendere questa tragica notizia" Un decesso che ha tutte le caretteristiche di un giallo.

Nancy Motes e Julia Roberts

Nancy Motes, 37 anni, sorellastra di Julia Roberts, e' morta per una overdose di droga. Lo ha reso noto la famiglia. Nancy, figlia della stessa madre dell'attrice, Betty Lou, era la piu' piccola delle sorelle e da sempre combatteva con la depressione indotta dall'obesita': era arrivata a pesare 136 kg.

Lo scorso agosto, dopo che nel 2010aveva subito un intervento di bypass gastrico per riuscire a dimagrire, aveva descritto come fosse difficile vivere "all'ombra" della star di Pretty Woman. (AGI) .


07/02/14

Mes amis, ma questo investigatore è proprio incroyable!

I viaggi in treno, in particolar modo se lunghi, possono essere noiosi, soprattutto se non abbiamo con noi nulla per distrarci. Se lo sono ora che abbiamo treni veloci e comodi (facciamo finta che siano tutti così e siano anche sempre in orario), provate a pensare come doveva essere una volta, con quei grossi convogli a vapore, costretti magari a fermarsi per ore, se non anche giorni, a causa della neve o altri disguidi.

Pochi passeggeri intrappolati in un treno, costretti ad una convivenza forzata. Qualcuno di loro magari simpatico, altri forse antipatici all'inverosimile. Pensate se dovesse accadere un omicidio. Rimanere bloccati, lontani dalla civiltà, in compagnia di un assassino. Chi risolverebbe il caso? Chi sbroglierebbe la matassa ingarbugliata del mistero?
L'Orient-Express

Aspettate, ma quell'ometto buffo, dalla testa a uovo e dai baffi curati, non è forse Hercule Poirot? Mon dieu è proprio lui, il famoso investigatore francese... pardon, belga! Ma se Poirot è qui, allora il treno non può che essere l'Orient-Express, il treno passeggeri a lunga distanza che collegava Parigi a Costantinopoli!

Agatha Christie scrisse il suo Assassinio sull'Orient-Express durante un soggiorno a Istambul. Il libro venne pubblicato a puntate nell'estate del 1933, ma solo l'anno successivo venne raccolto in un libro e pubblicato nella sua interezza. In Italia, come al solito, arrivò solo nel 1935.

La storia, bene o male la conosceranno tutti, ma per coloro ai quali sfuggisse di mente, la riepilogherò rapidamente. Hercule Poirot si trova a bordo del vagone di prima classe che da Istambul è diretto a Calais, sul famoso Orient-Express. Durante il tragitto il treno rimane bloccato a causa della molta neve caduta, e un efferato assassino pugnala a morte il ricco signor Ratchett. Poirot non ha scelta se non occuparsi dell'intricato delitto e scoprire chi fra i passeggeri è il misterioso assassino.
Assassinio
sull'Orient-Express

Il libro può essere suddiviso idealmente in tre parti, o meglio, in tre atti, come si trattasse di un'opera teatrale o un gioco di prestigio. Nella prima parte la Christie ci presenta i personaggi e i luoghi nei quali ambienterà il romanzo. Nel secondo atto avviene l'omicidio e Poirot ci allineerà davanti al naso tutti gli elementi, le testimonianze, le prove e gli indizi necessari per risolvere il caso. Diabolica la Christie in questo, sembra darci tutto quello che ci occorre per arrivare da soli alla conclusione, ma ovviamente non ci arriviamo mai, perché lei si tiene sempre qualcosa per sé, oppure semplicemente perché è troppo arzigogolata per noi. Così, nella terza e ultima parte, Poirot ci allinea ordinatamente tutti gli elementi svelando una soluzione assolutamente semplice e lineare.

Poirot, Poirot con le tue celluline grigie! Dovremmo essere davvero tutti indignati con te e la tua creatrice se non fosse che ormai siamo abituati al tuo modo di fare. Perdoniamo ogni cosa a quel piccola belga, ma soprattutto alla Christie che ci regale sempre dei libri straordinari, con intrecci magistralmente architettati e personaggi precisi e peculiari che come tanti piccoli ingranaggi si incastrano alla perfezione nel marchingegno del giallo da lei creato.
Agatha Christie

La peculiarità dei gialli della Christie, compreso Assassinio sull'Orient-Express, è il fatto che l'autrice non si soffermi mai a lungo sulla vittima, come accade diversamente in altri gialli e thriller anche moderni. No, la nostra regina indiscussa del giallo se ne concentra il tempo necessario da dare un'idea generale al lettore, per poi spostare l'attenzione sui personaggi coinvolti nell'omicidio. E' dei vivi che la Christie si interessa, i morti sono solo il suo pretesto per architettare il suo diabolico intreccio, semplice e complesso allo stesso tempo. Complesso finché tentiamo di risolverlo e semplice quando finalmente Poirot ci spiega come stanno effettivamente le cose.

Assassinio sull'Orient-Express è considerato da molti uno dei libri gialli più conosciuti al mondo e non a torto visto i numeri film tratti da questo romanzo. Per gli appassionati esiste anche il gioco.

Un classico del genere giallo e uno dei gioielli della Christie, intramontabile e sempre apprezzato.

04/01/14

Seduzioni a tavola: Insalata tricolore di mezza estate

Eccomi qua miei seduttori, abitanti di cucine creative. Le fate sono quasit erminate, e avete fatto sicuramente grandi festeggiamenti. Oggi riprendo la mia rubrica di seduzioni culinarie, e vi propongo una nuova ricettina.

INSALATA TRICOLORE DI MEZZA ESTATE
Ingredienti:
Seduzioni a tavola
200/250 gr di pasta corta in tre colori
1/2 melanzana
1/2 peperone rosso
1/2 peperone verde
1/2 peperone giallo
4 pomodori S. Marzano freschi
5-6 olive nere di Grecia
1 ciuffo di basilico
olio extravergine di oliva
1 o 2 cucchiai di Parmigiano
sale
1/2 cipolla

Tagliate a dadini la mezza melanza,cospargetela di sale e lasciate che emetta l'acqua amara che contiene. Nel frattempo tagliate a pezzetti anche i peperoni, i pomodori, le olive e il basilico. Fate soffriggere leggermente la cipolla in olio, quindi unite tutte le verdure e il basilico, salate, cuocete per una decina di minuti, infine aggiungete le olive. Proseguite la cottura per altri 10-15 minuti, se il misto di verdure si asciuga troppo, bagnate con un po' d'acqua calda. Non deve risultare una salsa, ma appunto un condimento di verdure e pomodoro. Unite infine il parmigiano e fate mantecare qualche secondo per ottenere una lieve, giusta cremosità. Se volete surgelare questo condimento, aggiungete il parmigiano una volta che l'avrete scongelato. Al momento di mangiarelessate la pasta inacqua salata, scolatela e conditela subito con un filo d'olio extravergine per non farla incollare, quindi versate il composto di verdure precedentemente scongelato e fatto rinvenire in padella. Mescolate e servite fresco (non freddo) con l'aiiunta di altro basilico. Un suggerimento: procuratevi dei contenitori termici e se ci riuscite, godetevi una bella giornata in un posto tranquillo: riportate in auge il pic nic romantico!
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