Il-Trafiletto
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17/12/13

Napolitano fa gli auguri di Natale al Quirinale e impone il suo diktat: "no al voto anticipato"

Napolitano, in occasione degli auguri di Natale al Quirinale, davanti alle alte cariche dello Stato ribadisce e rinsalda la sua determinazione al non voto per il 2014 : “ L'europa ci chiede le riforme non il voto. Il mio incarico è gravoso, renderò noti i limiti del mio mandato
Parole che arrivano al termine di un discorso in cui l'inquilino del Colle chiede al Parlamento di proseguire sulla strada delle riforme, a partire dalla legge elettorale. Ma senza andare a votare.
Il presidente della repubblica

Davanti ai ministri, al premier Letta e al segretario Pd Matteo Renzi (che se ne va prima del brindisi), ribadisce:" No al voto anticipato. Gli italiani vogliono risposte".
E ritorna sulla questione Berlusconi: "Non evochi colpi di Stato. Ma i suoi collaborino". Tanto che se il Parlamento non procederà con le riforme, lui potrebbe abbandonare. Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano detta l’agenda delle riforme urgenti e ribadisce i limiti del suo mandato.“Non mancherò di rendere nota ogni mia ulteriore valutazione della sostenibilità in termini istituzionali e personali, dell’alto e gravoso incarico affidatomi”.

Ad ascoltarlo tutte le più alte cariche dello Stato, dai ministri del governo Letta fino al neoeletto segretario del Pd Matteo Renzi. Il sindaco di Firenze, l’unico a violare il dress code della serata e il primo ad andarsene senza partecipare al brindisi, è reduce da un discorso di apertura dell’assemblea del Pd dove non ha mai citato il Capo dello Stato. Inesperienza e disattenzione per alcuni, strategia
per altri. Il rottamatore potrebbe essere il nuovo motivo di instabilità nel governo delle larghe intese e Napolitano davanti alla platea di ministri e politici ribadisce: “No al voto anticipato“.

E soprattutto ricorda che il regista delle larghe intese è sempre il Colle: “Nel ringraziare il Parlamento e i rappresentanti delle Regioni per la fiducia, ebbi modo di indicare inequivocabilmente i limiti entro cui potevo impegnarmi a svolgere ancora il mandato di presidente. Anche di quei limiti credo abbiate memoria“. Un avvertimento che suona come una minaccia: in caso di crisi e di mancate riforme il Capo dello Stato potrebbe dimettersi, invece di sciogliere le Camere, lasciando il Paese in una situazione di stallo. “Gli italiani chiedono risposte”, ha continuato il Presidente, “non elezioni dall’esito incerto”. Tra i provvedimenti più urgenti da affrontare secondo Napolitano: la riforma della legge elettorale e della giustizia, per le quali lancia un appello anche a Forza Italia perché non resti in disparte. E il premier Letta risponde sull’attenti: “Domani il Consiglio dei ministri darà seguito ai moniti di Napolitano. Il suo è un discorso che dà speranza”.

09/12/13

Non mi traferirò a Palazzo ! Rimango fiorentino

"Non mi trasferirò a palazzo" Renzi vuole rimanere fiorentino: "Non ho nessuna intenzione di farmi romanizzare"
 Finora Renzi ha esercitato una orginalissima forma di «leadership digitale» a distanza e dunque è destinata a far notizia la sua intenzione di non trasferirsi a Roma. Il neo segretario del Pd, nel discorson d'"incoronazione"ha attaccato i centristi ed ha dato una bella botta anche a Grillo. Ora subito riforme, riduzione dei finanziamenti ai partiti, nuova legge elettorale e a fine maggio il voto con l'occasione del voto europeo. E continua: "Adesso tocca a una nuova generazione, che però non farà a meno dell'esperienza dei più anziani". E' la rottamazione al tempo della vittoria: "Adesso tocca a noi guidare la macchina". Da due milioni e mezzo di persone è arrivato un messaggio chiaro: "Vogliamo che l'Italia torni a correre, e adesso dipende da noi".  
Renzi neosegretario del Pd

 Renzi fin'ora nel partito, è stato visto come un corpo estraneo, ma il 70% di duemilioni di cittadini, lo hanno votato. Ora viene visto come un alieno, ha preso più voti di Bersani nel 2009. Ma Renzi è fiorentino e loro sono spicci : "Non è la fine della sinistra ma di una certa parte della dirigenza della vecchia sinistra"comunica Renzi la sua intenzione di rottamatore. Dice Renzi: «Non intendo prender casa a Roma, continuerò ad abitare a Firenze e non soltanto perché ho ancora 23 anni di mutuo da pagare. E poi, da Firenze a Roma c’è un’ora e mezzo di treno, quando si vuole, si va».
 Sul rapporto col governo Letta il primo discorso di Renzi segretario democratico è quasi sfuggente. "Abbiamo l'ambizione di cambiare l'Italia, non uno o due ministri". Se ne riparlerà da domani, e quanto se ne parlerà. Ma ora non è il momento di lanciare messaggi divisivi. Ma c'è un passaggio sul futuro del quadro politico che più diretto non si può. "Ai teorici dell'inciucio, a chi vuole tornare indietro, oggi due milioni di persone hanno risposto 'no grazie'. Il bipolarismo è salvo".
Legge elettorale maggioritaria, taglio ai costi della politica, abolizione del Senato. Ribadisce i suoi punti, e forte del suo quasi 70% alle primarie dice: "Non saranno i saggi a cambiare le cose, è con il voto di oggi che dovranno cambiare"
Renzi chiude il suo discorso con il ricordo di Nelson Mandela e la promessa: "Il meglio deve ancora venire. Da domani ci divertiremo ancora di più".
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