Il-Trafiletto
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27/07/14

Sigarette elettroniche: fanno bene o fanno male?

Soltanto cinque anni fa, pochissimi ne avevano sentito parlare. Oggi gli ultimi dati, presentati dal Ministero della Salute in occasione della Giornata mondiale senza tabacco 2013, rivelano che il 91,2 percento degli italiani conosce la sigaretta elettronica e il 10,1 per cento intende provarla. 

Attualmente utilizza la "e-cig" regolarmente (mediamente 9 volte al giorno) l'un per cento degli italiani equivalente a circa 500mila persone e il 3,2 per cento occasionalmente. Il numero dei consumatori è destinato a crescere. Sorge quindi spontaneo chiedersi quanto e se siano innocui questi dispositivi. L'aspetto è quello di una sigaretta tradizionale e il vapore fornisce anche una "dose" di nicotina.

Nello stesso tempo, però, non c'è combustione del tabacco, e si eliminano così tossine quali arsenico e acido cianidrico. "La nicotina di per sé non è particolarmente pericolosa", dice John Britton dell'Università di Nottingham, direttore del Centro Studi Britannico per il Controllo del Tabagismo. "In termini di rischio, probabilmente è alla pari con la caffeina. Sono gli altri componenti del fumo di tabacco a far danni". Non esistono ancora studi a lungo termine sugli effetti delle sigarette elettroniche sulla salute umana: la ricerca si concentra per la maggior parte sull'identificazione delle sostanze inalate insieme alla nicotina.


Nel 2009, la Food and Drug Administration (FDA) americana ha analizzato cartucce di due dei principali marchi, rilevando in una di esse tracce di un liquido tossico, il glicole dietilenico, e tracce di composti cancerogeni noti come nitrosammine specifiche del tabacco (TSNA) in metà delle cartucce. Leggendo il rapporto della FDA commissionato dal produttore di sigarette elettroniche NJOY, tuttavia, si scopre che le TSNA sono presenti in altri prodotti nicotinici già approvati dalla FDA.

Alcune recenti sperimentazioni si occupano invece di stabilire se questi dispositivi aiutino effettivamente a smettere di fumare. Tra queste, lo studio dell'Università di Catania, detto ECLAT, pubblicato sulla rivista americana Public Library of Sciences che ha investigato per 12 mesi la riduzione e la cessazione del consumo di sigarette di tabacco grazie all'uso di e-cig di 300 fumatori non intenzionati a smettere. L'8,7 per cento ha abbandonato il tabacco e tra questi, nel giro di un anno, tre quarti è riuscito a lasciare anche la sigaretta elettronica. La cautela, comunque, è d'obbligo, tanto che con un'ordinanza firmata il 2 aprile 2013, il Ministero della Salute ha innalzato da 16 a 18 anni il divieto di vendita di e-cig con nicotina. Il dibattito è destinato a continuare a lungo.(science)

25/01/14

Addio cesio | Bentrovato stronzio! Inizia una nuova era per gli orologi atomici.

Addio cesio: benvenuto stronzio! Calma, non è nessuna forma di ribellione o grido liberatorio dall'oppressione di alcun personaggio politico o istituzionale, nemmeno una rivincita verso il nostro "nemico secolare" ( per chi ce l'ha, ma sono certo che nessuno di voi ha nemici vero? ), è soltanto l'inizio di una nuova era per gli orologi atomici!

A quanto pare, da un'articolo pubblicato su Nature dai ricercatori del National Institute of Standard and Technology (Nist), possiamo dedurre che stiamo dinanzi alla nascita di una nuova era nel campo degli orologi atomici: gli scienziati hanno realizzato e messo a punto un dispositivo, a base di atomi di stronzio, che ha stabilito nuovi record mondiali in termini di accuratezza e stabilità.
Si tratta, in sostanza, dell'orologio più preciso che sia mai stato costruito, circa il 50% di precisione in più rispetto al suo predecessore che ne deteneva il record (anch'esso costruito nei laboratori del Nist): secondo l'opinione gli scienziati, non perde né guadagna un solo secondo nemmeno in 5 miliardi di anni – ammesso che potesse funzionare così a lungo, dato che si tratta di un periodo di tempo superiore all'età della Terra, stimata in 4,5 miliardi di anni.

Orologio atomico allo stronzio

Nel dispositivo, poche migliaia di atomi di stronzio sono incolonnati in circa cento trappole per formare una struttura reticolare, e vengono colpiti da luce laser estremamente stabile che innesca il passaggio degli elettroni da un livello energetico all'altro.

Ciascuna di queste oscillazioni elettroniche430 bilioni al secondo – rappresenta un ticchettìo dell'orologio. Per verificare le prestazioni del dispositivo, l'équipe lo ha confrontato con due versioni precedenti, una costruita nel 2005 e l'altra l'anno scorso, scoprendo che il nuovo orologio è addirittura più stabile e preciso di quanto ci si aspettava. E non è che l'inizio, come spiega Jun Ye, a capo del gruppo di ricerca: “Il lavoro che abbiamo pubblicato è una specie di rapporto di medio termine.

Ci aspettiamo nuove scoperte importanti nel giro di cinque o dieci anni”. L'attuale definizione internazionale di unità di tempo si basa sui vecchi orologi al cesio, una tecnologia degli anni novanta. Ma i progressi scientifici, spiegano gli autori della ricerca attuale, permetteranno di migliorare ulteriormente gli standard, usando dispositivi allo stronzio per definire precisamente gli intervalli temporali. È tempo di cambiare, insomma.
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