Il-Trafiletto
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30/04/14

Sindacato polizia SAP | Standing ovation dei colleghi ai poliziotti condannati per l’uccisione di Federico Aldrovandi.

Tutti hanno dimostrato il loro disappunto per quell’applauso che senza ombra di dubbio si può definire “vergognoso”, dal Premier Renzi che l’ha definita una “vicenda indegna”, al ministro Alfano che l’ha considerato un “gesto gravissimo”, al capo della Polizia Pansa che, stizzito, ha detto “offensivo”, lasciando poi la sala dove si svolgeva il Congresso nazionale del Sap (Sindacato Autonomo di Polizia). Dicevamo tutti tranne loro, i colleghi “poliziotti” degli agenti condannati per l’uccisione del diciottenne Federico Aldrovandi la notte del 25 settembre 2005 mentre rientrava da una serata trascorsa a Bologna. Per questa morte quattro agenti, Paolo Forlani, Luca Pollastri , Enzo Pontani e Monica Segatto, Il 6 luglio 2009 furono condannati in primo grado a 3 anni e 6 mesi di reclusione, per "eccesso colposo nell'uso legittimo delle armi", ed Il 21 giugno 2012 la corte di cassazione ha confermato la condanna. Ma i quattro poliziotti hanno trascorso solamente qualche mese in carcere, dal momento che tre anni sono stati condonati dall’indulto. Martedi scorso durante il congresso del sindacato di polizia a Rimini è stato
 sufficiente annunciare la presenza in sala di tre dei quattro “condannati” ( mancava l’unica donna, Monica Segatto), per far scatenare una vera e propria standing ovation in loro favore con scroscianti applausi dei loro colleghi. Il Premier Matteo Renzi ha telefonato alla mamma di Federico Aldrovandi, il ragazzo ucciso, manifestandole la solidarietà sua e del governo. Lei ha commentato così: ”La vicinanza di quella parte della politica mi è stata di grande aiuto, ma penso sia giunta l’ora di fare qualcosa, la solidarietà non è più sufficiente.” Anche il Ministro Angelino Alfano ha voluto commentare la vicenda: “E’ stato un gesto gravissimo questo applauso, un gesto che offende la memoria di un ragazzo morto e della sua famiglia.” Il capo della polizia Pansa si è associato alla solidarietà delle alte cariche dello Stato dicendo tra l’altro di non riconoscersi in un gesto altamente offensivo verso la famiglia del ragazzo. E i sindacati di categoria che dicono? Il SAP, sindacato autonomo di polizia si schiera a favore dei poliziotti condannati, a suo parere, ingiustamente, mentre il SIULP, sindacato italiano unitario lavoratori di polizia e il SILP–CGIL, sindacato lavoratori di polizia si dissociano dal vergognoso gesto.                             (foto scaricata dal web)

01/03/14

Perchè si dice "andare a ramengo"?

Anche questo modo di dire è rimasto in uso alle persone di una generazione del passato. Sinceramente oggi non lo sento più, nessuno lo usa e credo che molti, fra i giovani che conosco, non saprebbero proprio infilarlo nella maniera giusta al'interno di un discorso. Eppure ai tempi della mia infianzia faceva aprte del parlar comune e della vita di tutti i giorni. 
Comune di Aramengo

Andare a ramengo,  andare in rovina, in bancarotta. Nasce ad Asti e ha origini molto antiche; risale all’Alto Medioevo quando la cittadina piemontese era la capitale di un ducato di origine longobarda (dal VI al IX secolo). In questo periodo e per molti secoli successivi, anche quando Asti fu integrata al Ducato di Savoia, i condannati per reati relativi al patrimonio – e soprattutto gli autori di fallimenti – venivano confinati nel comune più periferico del ducato. Per l’appunto ad... Aramengo, comune situato oggi in una splendida posizione collinare nella provincia di Asti al confine con quella di Torino, a poche centinaia di metri dalla strada statale che collega Asti a Chivasso. Si suppone che il comune abbia preso il nome dal ruolo che gli fu attribuito, trasformando il latino andare ad ramingum, cioè allontanarsi, nel maccheronico aramengo, luogo designato per chi viene allontanato dalla città. Andare Aramengo (o a ramengo, come si trova anche erroneamente) divenne presto una locuzione popolare diffusa in Piemonte e nella Lombardia occidentale; con l’unità d’Italia si propagò all’intera Penisola.
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