Il-Trafiletto
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02/05/18

Test nuova gamma Vespa Primavera e Sprint 125

Fonte - Moto.it - Cinquant'anni e non sentirli, questo viene in mente guardando la nuova Vespa Primavera 125. 


Correva il 1968 quando arrivò sul mercato la prima Primavera, anno in cui il movimento studentesco universitario prende vita, prende coscienza del proprio impatto e anno in cui i giovani gridano “libertà”.

Test nuova gamma Vespa Primavera e Sprint 125
Test nuova gamma Vespa Primavera e Sprint 125


Libertà di espressione, aggregazione e di movimento, valori che Piaggio è riuscita a cavalcare con grande maestria, proponendo un mezzo che sapesse incarnali in pieno:

prezzo contenuto - 107.000 lire che, al giorno d’oggi, equivalgono a circa mille euro e un’ottima versatilità che la fecero diventare ben presto il mezzo preferito dei liceali e dei giovani universitari.

Da quegli anni la Primavera 125 ne ha fatta di strada, evolvendosi diverse volte, ma rimanendo sempre fedele a se stessa, fino ad arrivare alla versione di quest’anno che guadagna tanta tecnologia, senza però subire stravolgimenti a livello di design.

Test nuova gamma Vespa Primavera e Sprint 125
Fig.1


A Pisa è avvenuta la prova delle rinnovate Primavera e Sprint, guidandole dalla città della Torre, fino al nuovo museodel gruppo Piaggio a Pontedera;

circa 60 km tra le colline toscane, con una buona dose di curve, rettilinei e una discreta quantità di buche che ci hanno permesso di valutare bene le sospensioni.

Certo, ora direte che la Vespa è sempre la Vespa, stesso design dagli anni ‘60, ma non fermatevi all’apparenza, le modifiche ci sono e si notano, soprattutto nelle versioni 2018.

Partiamo dalle novità più importanti: cambia la dimensione dei cerchi ruota, realizzati in lega di alluminio, ora sono entrambi da 12 pollici, raggiungendo così il maggior diametro nella storia dei modelli Vespa, oltre alla dimensione dei cerchi:

sui nuovi modelli arriva anche l’illuminazione a tecnologia LED, ora adottata sia dal faro anteriore sia dalla fanaleria posteriore.

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19/12/13

Renzi Alfano battibeccano sulla legge elettorale | Maggioranza o non maggioranza questo è il problema

Renzi ad Alfano “Legge elettorale subito, e non a colpi di maggioranza, Chiudere entro le elezioni europee”.
Formigoni annuncia: "Se fa accordi con Berlusconi o Grillo la maggioranza salta".
Matteo Renzi e Angelino Alfano per ora l’uno non si fida dell’altro. Tema del contendere, la legge elettorale. Renzi sospetta che il leader Ncd, in realtà, voglia guadagnare tempo legando la riforma della legge elettorale, alle modifiche costituzionali.
    
Alfano-Vespa-Renzi












Alfano teme che il segretario Pd miri a ben altro, ovvero al voto anticipato, e che sia disposto a scendere a patti persino con Berlusconi o Grillo. Con il timore del ritorno di un sistema di voto “sfavorevole” come il Mattrellum. La diffidenza reciproca si è palesata in un siparietto andato in scena alla presentazione dell’ultimo libro di Vespa, mentre la commissione Affari costituzionali della Camera, stabilisce che la riforma dovrà approdare in Aula entro il 31 gennaio.
Renzi rilancia: «Per la prima settimana di febbraio ci può essere l’approvazione» da parte di Montecitorio.
Alfano vuole trovare l'accordo in seno alla maggioranza. 
Renzi lo incalza: "La riforma elettorale va fatta subito e non a colpi di maggioranza".
Il vicepremier ribadisce : "C’è una maggioranza e c’è un governo guidato da uno dei leader del Pd. Credo che non sia naturale né logico che il partito di riferimento del premier ponga il basamento per mettere in difficoltà il presidente del Consiglio".
Il quale tranquillizza: "È ovvio che la maggioranza deve essere d’accordo", ribadisce Letta "ma è anche giusto che sia fatta con il maggiore consenso possibile in Parlamento. Nessun dubbio che bisogna cercare tutti". Ma se Alfano preferisce non lanciare oggi aut aut, ci pensa Roberto Formigoni: "Renzi sappia che, se fa accordi fuori dalla maggioranza, la maggioranza salta".
Cicchitto: "No a maggioranze variabili o salta tutto".
Fioroni mette in guardia Renzi dal tirare troppo la corda. "L’insicurezza nei rapporti politici tra gli alleati di governo (ad esempio sulla legge elettorale e le modifiche costituzionali) non porta da nessuna parte", afferma l’ex ministro del Pd.
Renzi ribatte: "Il punto centrale è che la legge elettorale, se c’è volontà politica, si può fare velocemente. Sempre che non si immagini di farla alla fine del percorso di riforme". Quindi, conclude: modello del sindaco d’Italia o Matterellum vanno bene entrambi, purché si faccia presto, è il refrain del segretario Pd. Alfano chiude al Matterellum, "va bene il modello del sindaco d’Italia e il doppio turno". Renzi ed Alfano, infine, “si scontrano anche sulle riforme costituzionali. Questa volta, è il destino del Senato a trovarli in disaccordo: il segretario del Pd vuole trasformarlo in una Camera delle autonomie non elettive; Alfano si dice d’accordo ma prende tempo sul merito dell’addio al bicameralismo perfetto. La Camera intanto, investita da una settimana del dossier legge elettorale, mette un punto fermo nella discussione sulla riforma. La commissione Affari Costituzionali stabilisce un calendario di massima con l’obiettivo di licenziare in tempi rapidi un testo da portare in Aula entro il 31 gennaio. Ma trovare un’intesa non sarà facile.
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