Il-Trafiletto
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31/10/14

Consumava un rapporto sessuale con un cane in ufficio

Un dipendente comunale del comune di Corigliano Calabro scoperto a consumare un rapporto sessuale anche violento con un cane. Il sindaco: "Sconcertato".


L'imbarazzante episodio è avvenuto nell'autoparco comunale di Corigliano Calabro in provincia di Cosenza, precisamente all'interno degli uffici. Questa pratica umana di accoppiarsi, o avere rapporti sessuali, con animali, si chiama zooerastia.

La notizia, riportata da Sibarinet, spiega come un collega del fornicatore lo abbia sorpreso mentre violentava letteralmente un cane. L'uomo subirà conseguenze socio-sanitarie in quanto queste azioni sono molto gravi, inoltre ci sarebbero denuncie relative alla violenza sugli animalai sanzionabili a livello penale. L'uomo secondo quato divulgato, sarebbe sposato.

 Francesco Paolo Oranges, vicesindaco della città contattato da Sibarinet, si è detto "sconcertato" dalla vicenda e fa sapere di aver già avviato un'indagine interna perchè il reato sarebbe avvenuto all'interno di ufficio pubblico da parte di un dipendente pubblico. Mentre l'assessore con delega alla protezione degli animali, Marisa Chiruco, si è detta "scioccata".

12/10/14

Perde l'appalto per aver dimenticato la carta di identità | commerciante si suicida

La sua offerta è stata esclusa perchè ha dimenticato di allegare la fotocopia della carta d'identità nella domanda di un appalto:  un commerciante di 59 anni di Pordenone si è suicidato.


A Cordenons, sul greto del fiume Meduna, è stato rinvenuto cadavere un uomo chiamato
Giovanni Scrizzi , si è impiccato venerdì pomeriggio. Il cadavere dell'uomo giaceva all'interno della propria auto: i congiunti avevano lanciato l'allarme giovedì pomeriggio e da allora anche le forze dell'ordine avevano iniziato le ricerche.

L'uomo non riusciva a darsi pace, così dicono gli amici, per aver dimenticato la carta d'identità  motivazione che aveva portato il Comune ad escluderlo dalla gara per la gestione del Caffè Letterario, che conduceva da 12 anni.

Caffè letterario Pordenone
I termini del bando non sono stati ripettati, gli uffici comunali non hanno potuto che estrometterlo dalla graduatoria, senza nemmeno poter prendere in considerazione l'offerta economica e culturale presentata da Scrizzi. Il Caffè Letterario, di proprietà del Comune, è da anni un punto di riferimento per l'attività culturale di Pordenone.

20/04/14

La carta d’identità dirà se siamo o no donatori di organi.

Potrebbe diventare presto realtà la possibilità di indicare sul proprio documento la volontà di donare i propri organi in caso di decesso. Ad annunciarlo è il Movimento Cinque Stelle, che rende noto il recepimento, da parte del Governo, di un Ordine del Giorno, a prima firma Matteo Dall'Osso, approvato dalla Camera il 25 luglio 2013. Non ci sono scadenze previste, fa sapere il Governo, ma il decreto interministeriale prevede che il Comune invii al Sistema informativo trapianti (Sit) "l'informazione relativa al consenso o al diniego alla donazione di organi e tessuti, eventualmente espresso dal cittadino maggiorenne in sede di rilascio del documento". In realtà un decreto di questo tipo già c’era. Ripercorriamo i fatti. Il 30 dicembre 2009 il decreto legge numero 194 introduceva una bella novità: anche la carta d’identità può contenere l’indicazione del consenso ovvero del diniego a donare i propri organi in caso di morte. Peccato che quella legge non prevedeva le modalità di trasmissione dei dati (consenso o diniego) dal Comune al SIT-Sistema Informativo Trapianti: in parole povere l’ufficiale delle anagrafe che raccoglieva le volontà del cittadino, poi non era obbligato a inserire questa informazione nel SIT e quindi l’informazione restava lì, nel Comune dove era stata raccolta, risultando di fatto assolutamente inutile. Tre anni e mezzo dopo, finalmente, arriva una norma che colma quella lacunosa normativa e dice che l’inserimento della volontà sulla carta d’identità deve contestualmente essere inserita nel SIT. E dopo tre anni e mezzo solamente in tre Comuni si è attuato questo decreto: Perugia, Terni e Cesena. Ci sono poi altri 106 comuni che stanno lavorando in tal senso. Tutti i Comuni d’Italia sono circa 8mila: al ritmo di un Comune ogni 14 mesi, come è stato fin’ora, arriveremo a poter esprimere tutti la nostra volontà in Comune fra 9.333 anni.

31/01/14

Milano | ritorna la scabbia nelle scuole.

Scabbia nelle scuole di Milano. Due casi alle elementari, altri due alla scuola materna. Dall’inizio dell’anno sono già 11 le persone colpite da questa malattia nella ASL di Milano2. E’ una patologia in aumento; dopo un andamento costante negli anni 2011 e 2012 quando i casi accertati erano stati rispettivamente di 54 e 51, nel 2013 c’è stato un notevole aumento con ben 74 segnalazioni. E nei primi giorni del nuovo anno la malattia e ritornata a colpire tra i banchi di scuola. Fortunatamente nessun bambino è ricoverato, in quanto la scabbia non è una malattia grave. È un acaro che si infila nella pelle, scava dei cunicoli e vi deposita le uova. È abbastanza contagiosa, ma non è pericolosa. La terapia si effettua trattando la pelle con una semplice pomata, a livello locale. Il problema è che provoca prurito, le persone si grattano e quindi, con le mani sporche poi si passano la malattia». «È assurdo che oggi si verifichino ancora queste situazioni», lamenta un genitore. Il parroco di Riozzo don Antonello Martinenghi, responsabile della scuola parrocchiale, per precauzione ha voluto pulire tutta la scuola da cima a fondo. «L’Asl ha detto che non serviva chiudere la scuola - commenta -, ma quando ho contattato l’impresa di pulizia, mi hanno detto che ci sarebbero voluti due giorni». E’ stato allertato anche il Comune che a sua volta ha messo in guardia l’azienda dei trasporti in quanto i bambini si recano a scuola con i pullman. << Lunedì sono arrivati a scuola 15 bambini su 140 -. Continua il parroco - ho chiesto all’Asl di venire a fare un controllo, ma mi hanno risposto che non è necessario, che la scabbia viene trattata come fosse morbillo o scarlattina. Hanno mandato, invece, del materiale informativo su come comportarsi. Abbiamo provveduto a diffonderlo tra le famiglie. Abbiamo messo all’aria, come indicato, tutti i vestiti e i lenzuolini dei bimbi. Abbiamo chiuso nei sacchi sigillati, invece, tutti i peluche e i giocattoli. L’impresa deve pulire e disinfettare tutto, dai lettini ai locali mensa. Giovedì, finalmente, riapriremo».

01/11/13

Perchè si dice "Andare a monte"?

Cari lettori, arrivo in netto ritardo oggi, e mi scuso, ma sono stata chiamata a fare la zia sitter, e per il mio adorato Leonetto questo e altro. 
Detto questo, mentre cullavo il mio Leonettino, che mi guardava incantato, una domanda si è affacciata alla mia mente zingara, ma da dove ha avuto origine il detto "andare a monte"?
Andare a monte: veder fallire un progetto, concludere un'operazione con un nulla di fatto, non risolvere una situazione
Le ipotesi circa le origini di questa locuzione sono parecchie. La più probabile si rifà al gioco delle carte, in cui il mazzo da cui si "pesca", come nella briscola, tressette, scopa,  viene definito "monte", per cui, in caso di errore o di disaccordo, si rimescolano le carte e si costituisce un monte.
Un'altra versione vuole che la frase risalga all'epoca in cui con il nome di monte si indicava l'insieme di debiti che una pubblica istituzione assumeva nei confronti dei risparmiatori che le affidavano i propri capitali, in cambio di una rendita vitalizia. Chi si assumeva questi debiti fruttiferi, in genere, era lo Stato o il Comune, e allora andare a monte significava essere descritto per creditore nei Libri del Monte. Una versione più recente, piuttosto cattivella, si riferisce alla situazione di chi, avendo bisogno di un prestito, si rivolge al Monte di Pietà o a una banca, e si sente dire che non può ottenere prestiti se non offre solide garanzie, il che equivale a dire "non ne facciamo niente".
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