Poi sono arrivati gli anni della New Age e del Minimalismo: anni nei quali la tendenza del "less is more" ha cancellato con un colpo di spugna loghi e monogrammi, sostituendoli con etichette tanto più piccole e discrete quanto più il marchio aspirasse a una condizione di superiorità e prestigio.
Il logo ha vissuto decenni di buio, destinato ai parvenu (ai cafoni, diciamola così), che di moda capiscono poco, e che vogliono solo ostentare quello che credono sia (ancora) un simbolo di ricchezza.
Ma nella moda tutto passa e tutto ritorna, si sa, ed è così che anche il tanto a lungo vituperato logo torna in auge, grazie alle scelte espresse all'unisono da un gruppo di designer (i più cool del momento) che hanno - come fossero d'accordo - deciso di riportarlo agli onori delle passerelle.
Alessandro Michele, il prodigioso direttore creativo di Gucci, ha aveuto il coraggio di riportare il passerella la doppia G della Maison su cinture e borse che sono improvvisamente tornate ad essere supercool. Lo stesso dicasi per il tessuto GG, tornato a sfilare in una versione rinnovata e apprezzatissima.
Anche Nicolas Ghesquière, direttore creativo di Louis Vuitton, ha pensato bene di esibire il logo della Maison su T-shirt e borse, e di confezionare, per la prossima Primavera - sccattivanti capiscappla nei quali si coniugano il leggendario Monogram e il riconoscibilissimo Damier.
Ad aggiungere un carico da 90 nel revival del logo arriva Jonathan Anderson, designer più che avant-gard di Loewe, che ha rispolverato il logo della storica griffe spagnola per total look fotografatissimi sulla passerella della sua sfilata per la prossima primavera.
Ma non sono i soli. Prepariamoci a un'invasione di loghi: quale occasione migliore per andare a ricercare nelle soffitte cinture, felpe e borse abbandonate da anni? fonte VanityFair.it