11/11/14

Della chiara e fresca acqua più dolce del miele | L'Alchimia

.....................E se non lo fa, allora lascialo andare ...».[Qui]

Alcuni dei racconti di iniziazione all'alchimia sono assai affascinanti, ma bisogna stare in guardia, perché spesso anche quelle che sembrano pure e semplici descrizioni di eventi possono contenere degli elementi allegorici. Gli storici citano sempre con un certo piacere la testimonianza di Helvetius (Johann Friedrich Schweitzer), poiché sembra una versione immediata e precisa di un incontro fra Helvetius e un aspirante alchimista. Questa è in sintesi la storia, contenuta in The Golden Calf [Il vitello d'oro]: il 27 dicembre 1666 un forestiero si presentò a casa di Helvetius e gli mostrò alcuni pezzi di un materiale «ciascuno delle dimensioni di una piccola noce, trasparenti, di un pallido color zolfo» dicendo ad Helvetius che si trattava della Pietra Filosofale. Costui si rifiutò di darne anche solo un pezzetto ad Helvetius, ma gli parlò delle sue capacità di trasformare le pietre in gemme, di produrre potenti medicine, e di rendere «della chiara e fresca acqua più dolce del miele» (probabilmente si trattava della famosa Acqua di Mercurio).

Mostrò ad Helvetius delle medaglie d'oro coniate con oro alchimistico. Dopo tre settimane tornò e, sollecitato dalle pressanti richieste di Helvetius, gli diede una minuscola «briciola» di pietra; poiché Helvetius si era mostrato alquanto scettico sulla possibilità che una quantità così esigua potesse produrre un qualche effetto, I'estraneo si riprese la pietra, la divise in due, ne gettò una parte nel fuoco e restituì il rimanente ad Helvetius. Passò quindi ad istruirlo sulla tecnica di preparazione della pietra, sostenendo che solo due sono le sostanze necessarie e che l'opera, che va eseguita in un crogiolo, non richiede né troppo tempo né troppa spesse la si comprende appieno. Non fece più ritorno, ma Helvetius, assistito dalla moglie, riuscì a compiere con successo una trasmutazione servendosi di quella pietra; l'oro prodotto fu saggiato in pubblico e lo si trovò di eccellente qualità.

La valutazione di questo racconto risulta piuttosto difficile per alcuni studiosi, da una parte, perché Helvetius è uno stimato scrittore di botanica e di medicina, che non ricorre mai deliberatamente alla frode; d'altro canto, non è facile dar credito a questa storia fantastica sulla fabbricazione dell'oro. L'ipotesi che credo più probabile è che ci si trovi in presenza di un racconto allegorico. Una persona del valore di Helvetius è certamente in grado di trasfondere le sue conoscenze relative all'apprendistato alchimistico in una specie di parabola, dove molti elementi sono sicuramente reali e finalizzati ad informare, ma non devono essere intesi in senso letterale. E invero molto più probabile che egli abbia scelto di ricorrere all'esposizione allegorica, piuttosto che spiegare apertamente gli insegnamenti che gli furono impartiti, perchè, come e noto, era preferibile che al riguardo si mantenesse Il segreto.

Nella descrizione di helvetius, il forestiero che giunge alla sua porta indossa un abito comune, il suo aspetto è grave ed onesto e dimostra di essere autorevole e serio; di bassa statura, viso piccolo ed allungato, lievemente butterato, una gran massa di capelli non compleramente lisci, glabro, fra i trenta e i quarant anni di età (per quanto sono riuscito a congetturare)». Una tale descrizone corrisponde perfettamente alla personifìcazione che i ritratti offrono di Saturno. Gli attributi astrologici di Saturno - e, come abbiamo visto, gli alchimisti si muovono molto bene nel campo dell'astrologia - riferiti ad una figura umana sono appunto magrezza, capelli scuri e aspetto generale tenebroso, trasandatezza nel vestire e statura piccola, contegno grave. Inoltre Saturno viene talora descritto come una saggia guida e un buon istruttore nell'arte dell'alchimia, che può condurre l'iniziato a comprenderne i misteri. Perfino il dettaglio aneddotico del forestiero che dimentica di togliere la neve e il fango dagli stivali al suo ingresso nella camera, riccamente ammobiliata, dì Helvetius riveste un particolare significato nel contesto, perche Saturno è il pianeta della sporcizia e della terra e si dice appunto che coloro che sono sotto il suo influsso siano a loro volta alquanto sudici nell'aspetto e nei modi.

Cosa si può dire del ritratto che Helvezius offre di se e del suo modo di reagire? Il suo comportamento è proprio In linea con quello di Mercurio, che in alchimia è l'elemento agente cioè sempre pronto a fare domande, a controbattere, in un certo punto perfino a rubare la Pietra.  Mercurio nell'alchimia è la forza naturale attiva; allo stato pnmario è volatile e inaffidabile e deve essere agitato, liberato e poi fssato in uno stato più elevato per poter giungere alla trasformazione.

Licenza Creative Commons
Quest'opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non opere derivate 3.0 Italia.