16/10/14

Tanto oro quanto non ne contengono neppure i tesori del re | L'Alchimia

............tanto oro quanto non ne contengono neppure i tesori del re".[Qui]

Uno degli autori più noti di' questo periodo è Zosimo, i cui scritti ci forniscono alcuni interessanti esempi dì alchimia visionaria, che saranno presi in considerazione nel prossimo capitolo. Il lavoro in laboratorio ebbe certo un posto di rilievo nelle prime fasi dell'alchimia; in merito alle attrezzatua e ci è rimasta una grande quantità di informazioni. La copellazione, una tecnica che era già conosciuta nell'antico Egitto, veniva utilizzata per raffinare i metalli. Un coppello consisteva di un crogiolo, composto generalmente di cenere di osso, le cui estremità erano attaccate sopra il bordo di una fornace. Dentro si poneva il metallo destinato alla raffinazione e lì sottoposto ad un calore fortissimo, talora rinchiuso in un forno per parecchi giorni, finche le impurità non venivano eliminate dal calore o assorbite dal crogiolo stesso.

Un tratto distintivo dell'alchimia era la distillazione tecnica rimasta per parecchi secoli appannaggio della sola alchimia. Si utilizzava una storta o alambicco; al fondo della storta veniva collocato il metallo da raffinare; c'erano poi una parte fredda destinata a raccogliere il vapore prodotto dal riscaldamento e a farlo condensare, e dei mezzi per raccogliere il liquido prodotto della distillazione. Un 'altra invenzione dell'epoca era il kerotakis, una attrezzatura che produceva vapore da una sostanza; questi vapori andavano poi a investire il metallo posto nella parte superiore del dispositivo. Il risultato di questa operazione era molto spesso una lega, ma è probabile che l'idea di conferire al metallo una colorazione per mezzo dell'uso del kerotakis ebbe a sua volta grande importanza, poiché il vocabolo reca in sé l'idea di «tavolozza dell'artista».

Dai tempi più. lontani, le variazioni di colore hanno giocato un ruolo molto rilevante in alchimia. Ogni stadio del processo è stato associato ad un colore diverso, ed una sequenza corretta di cambiamenti di colore è stata sempre considerata di basilare importanza per giudicare se l'opera procedeva per il verso giusto. Il colore, per gli alchimisti, è sempre stato qualcosa di più ch e una qualità estrinseca della materia; il colore è lo pneuma, o spirito vitale di una sostanza. Le variazioni di colore sono un segno visibile della trasformazione che si sta verificando all'interno della materia. Gli alchimisti greci riconobbero quattro stadi distinti di variazione di colore in un procedimento: il materiale contenuto nel recipiente diviene dapprima nero, poi bianco, al terzo stadio giallo ed infine rosso (i termini di rosso e di porpora vengono talora usati come sinonimi).

Il nero equivaleva alla morte della materia e il bianco alla sua rinascita in una forma purificata. Il significato esatto della colorazione gialla non è chiaro e, di fatto, questo stadio viene spesso omesso nelle descrizioni alchimistiche di epoca più tarda; la trasformazione in rosso fu sempre considerata come lo stadio finale di perfezionamento della materia, passata da uno stato rozzo a quello della Pietra o della Tintura. Sebbene si reputasse che nessuno stadio fosse stato raggiunto compiutamente finché non si fosse manifestato il colore appropriato, bisogna comunque sottolineare che il colore non comporta di per sé solo la riuscita dell'evento. I testi si premurano di ammonire che un arrossamento prematuro può verificarsi se si è proceduto con troppa fretta e con disattenzione, nel qual caso è bene correre subito ai ripari.

La sequenza chiave di nero, bianco e rosso è rimasta inalterata lungo tutta la storia dell'alchimia, con varianti ed aggiunte solo sporadiche. L'aggiunta più comune è quella dello stadio di iridescenza noto come la Coda del Pavone, l'arcobaleno o il cielo stellato, solitamente susseguente alla nigredo, o annerimento. Il colore è parte intrinseca dell'evento alchemico; con un piccolo sforzo di immaginazione il lettore può facilmente raffigurarsi l'alchimista che, magari solo dopo mesi di paziente osservazione, riesce finalmente ad assistere, in uno stato di notevole eccitazione, alla comparsa di un nuovo e abbagliante colore nell'alambicco ermeticamente sigillato.


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