E' noto che l'agricoltura è il pilastro che sostiene la produzione alimentare e come tale sarebbe necessaria una gestione sostenibile delle risorse naturali e il sostegno dello sviluppo nelle zone rurali.
Ma i rifiuti agricoli costituiscono una freno per gli agricoltori e costano denaro ai contribuenti, tra i 55 e 99 euro per tonnellata.
Per questo il progetto di ricerca NOSHAN, finanziato dall'UE ha come obiettivo quello di trasformare i rifiuti agricoli in mangimi, che aprirebbe nuove opportunità agli agricoltori riducendo la dipendenza dell’Europa dalle importazioni di questi prodotti. Questo produrrebbe anche un effetto a cascata perchè contribuirebbe, a sua volta, a creare nuovi posti di lavoro “verdi” nei settori della raccolta e del trattamento dei rifiuti e in quello della produzione di mangimi.
Scarti alimentari immagine presa dal web |
Tale progetto trasformerà i rifiuti alimentari , frutta, verdura e latticini, in mangimi a basso costo, mantenendo al contempo un basso il consumo energetico. Il gruppo, formato da centri di ricerca, da un’università e da imprese di sei paesi dell’UE più la Turchia , ha iniziato nel 2012 a valutare il valore di diversi tipi di rifiuti, realizzando una banca dati di potenziali ingredienti dei mangimi. Al termine del progetto, previsto per il 2016, il gruppo dovrebbe aver individuato le migliori tecnologie per ricavare e migliorare le sostanze utili da ogni tipo di rifiuti.
NOSHAN dà al settore agricolo europeo la possibilità di realizzare una maggiore sostenibilità. Infatti l'utilizzo di rifiuti organici come risorsa, sarà d'aiuto al settore nel ridurre il proprio impatto ambientale. Il progetto ha studiato ed elaborato processi che aiuteranno le aziende agroindustriali a recuperare le calorie contenute negli alimenti gettati via e l’energia impiegata per produrli, e porterà inoltre a una significativa riduzione del consumo idrico (i rifiuti alimentari sono responsabili di oltre un quarto del consumo totale mondiale di acqua dolce).
Sia la produzione di alimenti che quella dei mangimi necessitano di suolo e acqua, ma riducendo la necessità di produrre separatamente i mangimi, si potrebbe attenuare la crescente concorrenza tra i due, questo è l'approccio di NOSHAN. Il progetto si sta inoltre interessando agli ingredienti funzionali dei mangimi derivati dai rifiuti alimentari per soddisfare le esigenze specifiche degli animali, quali la salute e la prevenzione delle malattie. Ad esempio, i ricercatori attualmente stanno individuando fibre e peptidi (composti chimici) funzionali nei rifiuti. Questi verranno poi utilizzati per sviluppare mangimi specifici per i suini e il pollame. La sicurezza è garantita grazie a un’intensa attività di monitoraggio, che copre ogni passaggio dai rifiuti grezzi al prodotto finale.
La sicurezza, insieme alla fattibilità tecnica ed economica di ciascun processo studiato, sarà uno dei criteri in base ai quali l’équipe NOSHAN deciderà quali strategie e prodotti commercializzare. “La bioeconomia in Europa ha un valore di 2 000 miliardi di euro e rappresenta 22 milioni di posti di lavoro, motivo per cui è il fulcro di Orizzonte 2020″, ha dichiarato il commissario per la ricerca, l’innovazione e la scienza Máire Geoghegan-Quinn. “Progetti come NOSHAN mettono insieme ricercatori e imprese per rafforzare la nostra economia e migliorare la nostra qualità della vita in modo sostenibile”.