28/10/14

La chiamano anche la Magnesia universale | L'Alchimista

... perché possa seguirne la rigenerazione, corrispondente alla morte, il cui simbolo è il corvo. [Qui]

LA MATERIA PRIMA
Per poter dare inizio alle operazioni gli alchimisti devono disporre di una qualche sostanza. Ma quale dovrebbe essere questa «Materia Prima»? Ecco uno dei segreti più gelosamente custoditi dall'alchimia. In genere questa materia, poiché deve servire come punto di partenza per la Pietra e deve essere qualcosa di vile e senza valore, viene descritta come un materiale che gli uomini non degnano di un solo sguardo e tengono in grande dispregio - «la pietra angolare scartata dai costruttori». Le forme deteriori di alchimia, specialmente nel Medioevo, reputarono che si trattasse di una sostanza sgradevole, quali ad esempio «polveri varie, ceneri, letame, urina e creta» (Chaucer, The Canon Yeoman 's Tale), per non parlare del sangue, dei capelli, delle ossa e della saliva. Gli alchimisti più raffinati, che aborrivano questo genere di pratiche, intendevano invece la Materia Prima come un componente misterioso dell'universo.

Esso è: «familiare a tutti gli uomini, giovani e vecchi, lo si trova nelle campagne, nel villaggio,in città, in tutte le cose create da Dio; eppure tutti lo disprezzano. Ricchi e poveri lo hanno per le mani tutti i giorni. Le domestiche lo gettano tutti i giorni per strada. I bambini ci giocano. E tuttavia nessuno dà valore a questa cosa, che pure è molto vicina all'anima dell'uomo, è la cosa più bella e più ricca che ci sia sulla terra ed ha il potere di abbattere re e principi.  Nondimeno, di tutte le cose della terra è stimata la più bassa e la più spregevole».  Alcuni studiosi di chiara fama ritengono che, ai primordi dell'alchimia, il limo egiziano, con la sua straodinaria potenza fertilizzante, possa aver fornito l'idea di una sostanza vile dall'alto potere nutritivo e dalla forza creatrice.

Vero o falso che sia, questo concetto si fece molto più complicato nel XVI e nel XVII secolo. Altri scrittori reputano che la Materia Prima sia di natura metallica, perché non è possibile creare dell'oro senza che alla base del processo ci sia un metallo; essi, però, fanno cenno anche al fatto che l'aspetto di questo oro non sia quello abituale di un metallo. Alcuni testi sostengono che sia difficile delineare una precisa distinzione fra la Materia Prima e la Pietra stessa, che è l'esito finale del processo; in questo modo sembra si voglia suggerire che la Pietra viene liberata dalla sostanza vile mediante il procedimento alchemico, che la Pietra, cioè, è già presente nella sostanza, finché l'alchimista non interviene a liberarla:
«Questa Materia si trova in una cosa, e solo da questa viene preparata la nostra Pietra... senza mescolanza alcuna di una sostanza estranea; la sua qualità, il suo aspetto e le sue proprietà sono state esposte nella maniera seguente. E composta di tre cose, eppure è una cosa sola.... La chiamano anche la Magnesia universale, o germe del mondo, da cui hanno origine tutti gli oggetti della natura. Le sue proprietà sono di una specie singolare, perché, in aggiunta alla sua meravigliosa natura e al suo straordinario aspetto, non è né calda e secca come il fuoco, né fredda e umida come l'acqua, né fredda e secca come la terra, ma è un miscuglio perfetto di tutti gli elementi ... In quanto alla sua forma, al suo aspetto, alla sua figura e ai suoi connotati esteriori, la chiamano pietra e non è una pietra... La si trova potenzialmente in ogni luogo e in ogni cosa, ma in tutta la sua perfezione e pienezza la si trova in una cosa sola... Gli ignoranti e i principianti pensano che sia la più vile e la più meschina di tutte le cose. Molti Sapienti vanno alla sua ricerca, e solo pochi la trovano; quelli che ne sono molto lontani ne immaginano l'esistenza, quelli che sono vicini la ricevono; tutti la vedono, pochi la conoscono..»
È anche associata ad Ouroboros, il serpente che forma un cerchio tenendo nella bocca la propria coda. Questo simbolo risale all'alba dell'alchimia; in un testo greco, infatti, si legge: «Qui risiede il mistero: Il serpente Ouroboros [che morde la sua coda] è il composto che nella nostra [opera] viene divorata e mescolata, dissolta e trasformata nella fermentazione. Diventa di color verde scuro, da cui deriva il color oro. È da questo che proviene il rosso, chiamato il colore del cinabro; è il cinabro dei filosofi».
«Il suo stomaco e il suo dorso sono di color zafferano; la sua testa è verde scuro, le sue quattro zampe sono i quattro metalli imperfetti (piombo, rame, stagno, ferro); le sue tre orecchie sono i tre vapori prodotto di sublimazione [forse sale, mercurio e zolfo]. «L'Uno dà all'Altro il suo sangue; e Uno genera l'Altro. La natura gioisce nella natura; la natura incanta la natura; la natura trionfa sulla natura; e la natura domina la natura; e questo non deriva da una natura che si oppone a un'altra, ma attraverso una sola e identica natura, attraverso il procedimento a1chimistico,con attenzione e grandi sforzi».
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