08/09/14

Capo Peloro, tra musica di mare ed un mare di musica | Idea di progetto

Secondo quanto prescrivono le Norme tecniche di attuazione del PRG di Messina l'area di Capo Peloro rientra nel Piano Particolareggiato Esecutivo di "Capo Peloro" che al paragrafo f) specifica anche che: "... per l'area di Capo Peloro, estesa per ci rea 80000 mq.,... dovrà essere prevista la localizzazione di attrezzature per la fruizione del mare, per la cultura,... per lo sport ed il tempo libero. 


L'indice di fabbricabilità territoriale max è fissato in 0,75 mc/mq, in conformità a quanto dettato dalla L.R. 78/76." Il progetto nasce dalla composizione degli elementi caratteristici del mare e della musica, come mostrano i fotogrammi posti in alto. Il risultato compositivo, legato alla morfologia del sito, è riportato sui due quadranti centrali.

Il centro compositivo del progetto è il simbolo del linguaggio musicale: la chiave di violino. Essa, verso Nord, sembra posizionata sul sito come una forma libera, come l'ispirazione da cui nasce la musica. Il cuore del luogo è un'arena circolare - dove si svolgono concerti e spettacoli teatrali - circondata su due fronti da due volumi, e alla quale si giunge attraverso i percorsi segnati dalla coda della "chiave di sol". I due corpi sono: un auditorium a forma di orecchio, per concerti di musica da camera, e un volume a ventaglio, poggiante su pilotis, che si affaccia ad est sul mare, con spazi espositivi dedicati ad altre fonti sonore legate al binomio mare-musica: strumenti musicali, conchiglie, vento. In pianta il volume ricorda l'aspetto di un grammofono che diffonde la musica ad ovest, sul Paese.
Musica di mare

In prospetto il connubio si ripropone in modo inconsueto ed originale: così l'auditorium assume l'aspetto di una conchiglia, mentre il volume sospeso rivela la sezione dello scafo di un'imbarcazione, ricordo degli aliscafi, che venivano costruiti e riparati al cantiere che operava qui un tempo. L'imbarcazione in pianta sembra arenata sulla sabbia e incastrata con l'arena; la parte più ad ovest è un volume compiuto con i suoi spazi ricreativi ed educativi e due passerelle che offrono viste sui vari panorami; la prua invece punta verso il mare ad est, ma di essa rimane solo la carcassa, l'orditura delle tavole e la polena che la conclude. La chiave è disegnata su un ideale pentagramma formato da setti in granito o muratura lungo l'asse est-ovest; essi si protendono verso il mare, ricordando le guide metalliche degli scafi d'alaggio, ora scomparse e perciò riproposte come elementi "pietrificati" ed "interrotti", che restano "in secca" nelle belle stagioni, mentre in inverno si lasciano lambire dalle onde del mare nei giorni di maestrale e grecale.

Ad est si creano delle forature per farne percorsi a piedi che comprendono anche il passaggio sotto la prua. Ad Ovest i setti si assottigliano e da essi si diramano i parcheggi. Completa l'intervento uno specchio d'acqua a forma d'arpa, posto lungo la coda della chiave e la biglietteria semicircolare, avvolta dalla coda, con uno spazio espositivo. L'arena, nodo centrale della composizione, rappresenta lo spazio centrale con visuali verso il pilone, la Lanterna, il Forte, il mare. Dal suo centro si originano onde sonore, che si fanno gradina¬te, forme perimetrali del volume a ventaglio, struttura lignea della "conchiglia" a sud. In una vista aerea da Sud, la testa e la coda della chiave ricordano la forma di un cavalluccio marino. L'intero spazio gioca continuamente tra i due leitmotiv mare-musica che si presenta-no con doppie sembianze irrisolte: grammofono o natante in secca? orecchio o conchiglia? elemento marino o simbolo di lettura musicale?

Nell'insieme con la base del pilone - elica a 4 braccia - diviene come un'elica a tre pale, che può ruotare insieme all'altra, sospinta dalla forza del vento, mutevole e imprevedibile per natura, ma intanto è colta in un'istantanea come corpo che dialoga tra cielo e mare con la sua terra.


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