25/08/14

Ricerca scientifica | Dati truccati per un successo a tutti i costi

"Ormai non passa settimana senza che veniamo a conoscenza di dati 'truccati', spesso pubblicati da riviste specializzate di primo piano". 


Probabile che non abbiate mai sentito parlare di un ricercatore medico che risponde al nome di Steven Eaton. Vi dirò io qual è stata la sua impresa più memorabile; è il primo scienziato europeo condannato a un periodo reclusione per falsificazione di dati.

Al processo, che si è svolto all'inizio dell'anno, Eaton è stato accusato di aver alterato i risultati di test relativi a potenziali farmaci anti-cancro. Fortunatamente, il tentativo di frode è stato scoperto dalla società che aveva commissionato le prove, la casa farmaceutica statunitense Aptuit, prima di causare danni alla salute dei pazienti. Eaton, che lavorava presso la filiale scozzese di Riccarton, a Edimburgo, dovrà scontare tre mesi in cella e dice che cambierà mestiere. L'episodio è in sé preoccupante, ma ciò che inquieta di più è che, nella comunità scientifica, Eaton non è affatto solo. Ormai non passa settimana senza che veniamo a conoscenza di attività fraudolente nel settore della ricerca; spesso i dati "truccati" sono contenuti in studi pubblicati da riviste specializzate di primo piano.

La tendenza è tanto diffusa da costringermi a consultare regolarmente un sito Internet, Retraction Watch, per accertarmi che ricerche alle quali era stata data ampia risonanza qualche anno fa non siano poi state rigorosamente sconfessate. È vero che i falsi scientifici sono sempre esistiti. Si mormora che persino personaggi storici come Gregor Vendei, il padre della genetica vissuto nel XIX secolo, e Robert Millikan, vincitore del Premio Nobel per la sua ricerca sugli elettroni, abbiano alterato i risultati dei loro esperimenti per ricavarne le risposte desiderate. Colpisce, tuttavia, la moderna remata del fenomeno. Secondo l'indagine resa nota dagli Atti dell'Accademia delle Scienze degli Stati Uniti (PNAS), il numero di studi ritirati per frode sospetta o comprovata è aumentato il maniera esponenziale negli ultimi anni. Che cosa sta succedendo?

Certo, di recente e mesciuta anche la massa delle ricerche pubblicate: ma in percentuale, gli studi ritirati si sono moltiplicati, e sono oggi 10 volte più numerosi rispetto alla metà degli anni Settanta. Una possibile spiegazione è che, benché siano sempre esistiti scienziati disonesti, la maggiore consapevolezza del rischio di adulterazione abbia determinato l'attuale impennata dei tassi di rilevamento. Gli autori dello studio dei PNAS, tuttavia, ritengono che dietro l'incremento delle frodi ci sia un altro fattore. Fanno notare che, al giorno d'oggi, le ricerche più "spettacolari" generano un colossale giro di denaro, sotto forma di finanziamenti, commesse e riconoscimenti, che induce alcuni ricercatori non soltanto a ritoccare un po' i dati ma a stravolgerli completamente. Non è sempre stato così: la scienza è nata come ricerca sistematica di risposte a interrogativi riguardanti la natura e, per secoli, soltanto un'elite di appassionati, ricchi e nobili, si dedicava a questi studi. Verso la metà del secolo scorso, però, tutto è cambiato. La scienza è diventata una delle possibili carriere professionali e, in quanto tale, ha iniziato a subire ingerenze da parte del mondo commerciale: industria del nucleare, settore della difesa, case farmaceutiche...

A partire dagli anni Novanta, gli scienziati si sono ritrovati costretti ad adottare l'approccio competitivo, orientato ai risultati e vincolato alla tempistica, tipico del mondo degli affari. Non mi sorprende, dunque, che proprio allora, secondo i dati dei PNAS, siano iniziate le frodi. Visto che è diventato imperativo far pubblicare il proprio studio dalle riviste più prestigiose, come Nature e Science, non mi stupisce neppure che queste testate siano spesso vittime dei truffatori. E una trasformazione culturale preoccupante almeno quanto quella che ha portato le banche a frodare i clienti e i direttori sanitari ad anteporre i target ai pazienti. L'attività scientifica, così come quella bancaria o assistenziale, non è semplicemente un mestiere. L'errore di un cattivo regista o di un cattivo cuoco produrrà un film malriuscito o un piatto poco gustoso: ma l'errore di un cattivo scienziato produrrà qualcosa di molto più grave, una visione distorta della realtà, che potrebbe avere conseguenze fatali.

Forse, allora, dovremmo rallegrarci della condanna di Steven Eaton: potrebbe voler dire che la giustizia è determinata a tenere le forze del male lontane dai laboratori, visto che per banche e ospedali è ormai troppo tardi.(science)


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