25/07/14

... per tutta la vita bisogna imparare a morire | Seneca

........... ma che se ne vada come cosa inutile e recuperabile, voi lo permettete. [ qui ]

7, 1. In prima fila, poi, conto fra i viziosi anche quelli che non hanno tempo per nulla, se non per il vino e per la loro libidine: nessuno è occupato in faccende più turpi. Altri, quand'anche siano tenuti da una vana immagine di gloria, sbagliano tuttavia con decorosa apparenza: puoi farmi l'elenco degli avari, puoi farmi l'elenco degli iracondi o di coloro che esercitano odi ingiusti o guerre, tutti costoro sbagliano più virilmente; di coloro che si lasciano andare al ventre e alla loro libidine, sconveniente è la vergogna.
2. Esamina ogni singolo momento di costoro, guarda per quanto tempo facciano conti, per quanto tempo tendano insidie; per quanto tempo temano, per quanto tempo ossequino, per quanto tempo siano ossequiati, quanto tempo occupino le cauzioni giudiziarie loro ed altrui, quanto i banchetti, che ormai sono diventati anch'essi doveri: vedrai come non permettano loro di respirare o i loro mali o i loro beni.
3. In linea generale, dunque, tutti sono d'accordo, che nessuna cosa è possibile sia ben esercitata da chi è affaccendato, non l'eloquenza, non le discipline liberali, dal momento che un animo tirato da una parte e dall'altra nulla profondamente accoglie, ma tutto rigetta, come se gli fosse stato inculcato. Nulla meno appartiene ad un uomo affaccendato che il saper vivere: di nessuna cosa è più difficile la scienza. Pubblici maestri di altre arti ce ne sono dovunque, e tanti; certe arti poi, fanciulli in giovanissima età sembrano averle così percepite da essere in grado anche di farne i precettori; a saper vivere, per tutta la vita bisogna impararlo e, cosa di cui tu forse ti meraviglierai maggiormente, per tutta la vita bisogna imparare a morire.
4. Tanti uomini grandissimi, lasciati da parte tutti i bagagli, dopo aver rinunciato alle ricchezze, agli uffici, ai piaceri, solo di questo si occuparono fino all'età estrema, a saper vivere; la maggioranza di costoro tuttavia se ne andò dalla vita confessando di non saperlo ancora, figuriamoci poi se può saperlo gente come questa. E proprio di un uomo grande, credi a me, e che si eleva sopra gli errori umani, non permettere che alcunché sia delibato dal proprio tempo; e la sua vita è lunghissima, perché, per quanto spazio di tempo si è spalancata, tutta è stata a sua disposizione.
5. Nulla giacque di essa incolto ed inattivo, nulla fu sotto il potere di un altro; nulla ha trovato infatti degno di scambiare con il suo tempo, di cui è custode attaccatissimo ed attento: e così gli è bastato. Necessariamente, il tempo deve essere mancato a coloro della cui vita la folla se ne è portata via gran parte.
6. Non credere che quelli non capiscano a volte la perdita loro: sicuro è che parecchi di coloro, cui sta pesantemente addosso un successo grande, fra greggi di clienti o procedimenti processuali o altre sofferenze di pur decoroso aspetto esteriore, li sentirai a volte esclamare: «Vivere per me, non mi e lecito!».
7. Perché dovrebbe esserti lecito? tutti quelli che ti chiamano in aiuto per sé, ti portano via da te stesso. Quell'accusato quanti giorni ti ha strappato via? quanti quel candidato? quanti quella vecchia stanca di portare eredi a sepoltura? quanti quel malato, fintosi tale per stuzzicare l'avidità di chi va a caccia di eredità? quanti quell'amico potente, che vi tiene non fra gli amici, ma fra le suppellettili? fa' il conto del dare e dell'avere, ti dico, e passa in rassegna i giorni della tua vita: vedrai che pochissimi, e solo gli scarti si sono depositati in tuo possesso.
8. Conseguiti i fasci che aveva desiderato, quello aspira a deporli, e di volta in volta dice: «Quando passerà quest'anno?». Un altro offre i ludi, carica che considerava importante gli toccasse: «Quando» dice «riuscirò a liberarmene?». È conteso quell'altro come patrono per tutto il foro, e con grande affollamento riempie ogni luogo, per più spazio di quanto possa essere ascoltato: «Quando» dice «la trattazione degli affari verrà sospesa?». Accelera ciascuno a precipizio il corso della propria vita e si affatica per il bisogno del futuro, per la noia delle cose presenti.
9. Ma chi adibisce ogni tempo alle utilità sue proprie, chi dispone ogni giorno come una vita intera, non desidera il domani né lo teme. Che tipo di nuovo piacere c'è infatti, che qualche ora potrebbe ormai apportare? tutto è noto, tutto è stato percepito a sazietà. Per il resto, la sorte, la fortuna disponga come vorrà: la vita è ormai al sicuro. A questa è possibile venga aggiunto, nulla venga tolto, ed aggiunto come ad una persona già sazia e piena qualche cibo, di cui non sente bisogno, eppure riesce a contenerlo.
10. Non credere dunque che a causa dei suoi capelli bianchi e delle sue rughe qualcuno sia vissuto a lungo: egli non ha a lungo vissuto, ma è a lungo esistito. Che infatti, se tu credessi aver molto navigato colui che una crudele tempesta, accoltolo all'uscita del porto, ha portato di qua e di là e che, per le vicende dei venti spiranti da opposte direzioni, per i medesimi spazi spinge in cerchio? non ha navigato molto quello, ma molto è stato sballottato.
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