11/04/14

Progetto di Giuseppe Siano: Oltre la Destra e la Sinistra | parte diciannovesima parte

Questo è un saggio scritto da Giuseppe Siano, è pubblicato due volte a settimana (mercoledì e venerdì) suddiviso in capitoli. Potete comunque vederlo in sequenza di pubblicazione al link "Saggistica"


Tutto ciò con cui viene a contatto sono segni.
Se viene a contatto con molte cose e molte esperienze, è indotto a conoscere molti segni.
Immaginate un armadio. Esso è fatto di due elementi: La grandezza dell'armadio e la bellezza e la
chiarezza delle linee che lo costituiscono.
La grandezza è determinata dall'abbondanza del legno a disposizione, se un bambino ha poca legna
costruirà un armadio piccolo, se ne ha tanta invece, costruirà un armadio grande.
Le linee sono invece date dalla chiarezza del mondo in cui vive, che se ha regole chiare, precise e
comprensibili, gli permetterà di costruire un armadio dalle linee chiare, altrimenti verrà tutto storto
e confuso.
Il legno è dato dall'abbondanza delle sollecitazioni ( segni) che il bambino riceve.
Un bambino che in questi anni fa esperienze ricche, conoscenze varie che lo costringono a
verbalizzare tutte queste esperienze, avrà una grande intelligenza ( armadione) , un bambino invece,
che passa la sua vita in ambienti poveri di sollecitazioni, avrà una intelligenza limitata( Armadietto).
Attenzione: Portare un bambino nel bosco e nominargli il nome proprio degli alberi che incontra,
semmai facendogliene assaporare le parti, riceve molte sollecitazioni rispetto ad un bambino che si
sente dire sempre e solo albero, albero,...

Un bambino che viaggia molto; un bambino che ha l'opportunità di giocare con altri bambini di
diversa provenienza culturale ecc... sviluppano competenze maggiori e quindi una intelligenza più
complessa rispetto ad un bambino che cresce in un ambiente ristretto e limitativo come quello del
nostro paese.
L'apprendimento di una lingua straniera a questa età ha degli effetti meravigliosi sulla formazione
dell'intelligenza, faccio un esempio:
Conosco abbastanza bene il tedesco, perché a casa mia si parla tedesco.
Questa lingua l'ho imparata da adulto; quindi non ho fatto altro che scrivere su uno dei cassetti del
mio armadio, che mi ero costruito da bambino: tedesco e tutte le parole di quella lingua le ho
immagazzinate in quel cassetto.
Se la stessa lingua l'avessi imparata nei primi sei anni di vita essa non sarebbe stato ancora tedesco,
questo l'avrei capito dopo, ma sarebbe stato legno ( segni), che avrebbe permesso di costruirmi un
armadio molto più grande e avrei imparato il tedesco alla perfezione, mentre adesso ho spesso delle
esitazioni..
Perciò è fondamentale l'apprendimento di una lingua straniera a quell'età.
Importante, per la chiarezza delle linee, è il referente.
Per il bambino tutti sono segni, lui deve solo capire che con il signor Franz deve usare solo certi
segni “ del signor Franz” per farsi capire.
D'altro canto il signor Franz se il bambino non usa i suoi segni, anche se gli viene da fare la pipì,
gliela fa fare addosso, ma reagisce solo quando questi usa i “suoi “segni ( chiarezza delle linee
dell'armadio).
Allora la realtà è una, ma i modi di vederla sono già due, quello del papà e quella del signor Franz.
In un momento successivo, comincerà a porsi la domanda, ma perché papà chiama così e il signor
Franz colà la stessa cosa? ( coscienza critica)
Domanda : Un paese a destinazione turistica come il nostro, quali possibilità avrebbe in questa
direzione.
Il mio progetto si proponeva anche delle iniziative in questo senso.
Domandate ai vostri politici perché hanno preferito soffocarlo!
Dopo una cura di un anno, con una insegnante di madrelingua inglese o tedesca ecc, organizzare
uno scambio con una classe di pargoli inglesi con le loro madri con cui far giocare i nostri e
viceversa, quali ripercussioni avrebbero avute sulla formazione dei processi fondamentali dei nostri
ragazzi?
E quali conseguenze da adulti ( posti di lavoro) la coltivazione di questi rapporti d'amicizia iniziati
da bambini?
Questo modo di procedere favorisce proprio i bambini meno abbienti; figli di contadini e operai.
Questi sono processi normalmente usati dai ricchi per i loro figli: La tata di madrelingua straniera,
viaggi, incontri e giochi con coetanei stranieri ecc.
Con questo sistema la comunità sopperisce al censo con iniziative che permettono alla maggior
parte dei suoi componenti di raggiungere quei livelli culturali e professionali molto alti che le
società del futuro richiedono.
Abbiamo detto che la società del futuro sarà una società di imprenditori, ma per tenere botta i nostri
giovani dovranno sviluppare delle competenze imprenditoriali ( fantasia, intelligenza, poliedricità,
tolleranza, padronanza di culture diverse ecc..) che, finché restano chiusi nel circuito nostrano non
potranno mai avere.
E' nostro compito mettere a loro disposizione queste competenze.
Ci sarà un ritorno anche per il paese e, sono sicuro, anche per me, se mi verrà offerta l'opportunità
di mettere a disposizione dei giovani queste mie competenze, perché i giovani sanno essere generosi
in particolare con coloro che offrono elementi culturali atti a risolvere i loro problemi di vita.
Ancora adesso ricordo con estrema riconoscenza un professore universitario, adesso famoso, ma
allora solo assistente, che mi consigliò di imparare il tedesco se volevo avere maggiori possibilità di
successo professionale.
Quel suo consiglio mi ha risolto la vita.
La scuola italiana è fallita, perché è in grado di sfornare solo burocrati: è una fabbrica di burocrati.
Quando terminano gli studi, se ce la fanno a terminarli, i vostri figli sono costretti ad andare via dal
paese, perché, alla ricerca di lavori dipendenti, non possono trovarne in loco.
I processi formativi che noi preconizziamo invece prevedono la formazione di giovani che
caratterialmente avranno sviluppato uno spirito creativo ed imprenditoriale.
In una società computerizzata, come la nostra, la creatività per esprimersi non ha bisogno di
spostarsi necessariamente altrove.
Si gettano le basi quindi affinché i giovani possano restare nel paese, che in questo modo finirebbe
di dissanguarsi e tutti, anche noi anziani, ne trarremmo giovamento.
Una delle caratteristiche innate del bambino è la curiosità, che è la molla del sapere.
La scuola, siccome è ancora strutturata sui bisogni della società industriale ( quella del 20% di
pensanti, che di solito vengono dal liceo classico) non ha altra funzione che di ammazzare questa
curiosità innata, infatti la maggior parte degli alunni vive la scuola come una noia senza fine.
Il mantenimento nell'ignoranza di larga parte della popolazione italiana è voluto sia dalla classe
dirigente di destra che di sinistra, perché una presa di coscienza del popolo sarebbe la fine del loro
potere e dei loro privilegi.
Date ai figli dei poveri le stesse condizioni di partenza di quelle dei figli dei ricchi e i figli dei
poveri saranno bravi come, se non di più di quelli dei ricchi.
Un amico, che partendo dalla gavetta è diventato il numero uno di uno dei Konzern più grandi del
mondo mi diceva:” pezzelatied spiegami un po': Quando andavo alle elementari ci tenevano ore e
ore in classe e procedevamo nell'apprendimento con estrema lentezza e difficoltà, come è possibile
che mia figlia, che ho inviato alla scuola internazionale, nel giro di tre settimane è in grado di
leggere e far di conto?”
“Caro amico,” Gli ho risposto:” quando tu andavi a scuola non eri ancora nessuno, tua figlia è
appunto figlia di uno dei più grandi manager del mondo, solo questa è la differenza”.
TUTTI i bambini normodotati sono in grado di apprendere alla stessa velocità, basta che lo si
voglia e i rappresentanti dei politici di TUTTI I PARTITI, che abbiamo in Italia NON lo vogliono.
Il sig. D'Alema i suoi figli li manda alle scuole internazionali!!! cosa che dovrebbe essere vietata a
tutti i politici, perché un cuoco che non mangia la minestra che ha cucinato, diventa sospetto.
Un ultimo punto: Ma è possibile che TUTTI i bambini possano raggiungere questi livelli?
SI ! TUTTI I BAMBINI NORMODOTATI POSSONO RAGGIUNGERE QUESTI LIVELLI.
Io ho fatto il '68. Studiavo a Padova, che era una delle università più calde.
Ho partecipato intensamente alla politica universitaria, ma sempre con una certa profonda
diffidenza, che limitava la mia piena adesione.
Un motivo poteva essere rappresentato dal fatto che dovevo anche lavorare per mantenermi agli
studi, ma il motivo fondamentale era che avevo l'impressione che mi stessero fottendo anche se
allora non capivo come.
L'ho capito anni dopo.
Nel 1968 arrivarono all'università per la prima volta nella storia d'Italia anche figli di povera gente,
di operai ecc.
La parola d'ordine all'epoca divenne: “ Abbasso la meritocrazia !”
Allora, io ero povero, se volevo uscire dalla merda avevo una sola possibilità: Dimostrare che ero
più capace degli altri.
Ma se questo criterio non doveva più valere, quale doveva essere il criterio di scelta per i posti
migliori?
E venne la raccomandazione.
                                                                                                                scritto da Giuseppe Siano 
                                                                                                         [mercoledì la ventesima parte]
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