Bellezza in Egitto |
Il greco Ippocrate (460-470 a. C.), considerato il “padre della Medicina” ne consigliava applicazioni sulla nuca nel caso di amigdalite purulenta. Il romano Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella sua “Naturalis Historia” parla della cera sia per uso esterno che interno definendola “emolliente, riscaldante, e rigenerativa della carne”; la migliore sarebbe la più fresca. E’ data a chi patisce di dissenteria in un impasto di farina e acqua o in un porridge di semola tostata. Plinio cita anche balsami e impiastri. Il medico greco Galeno (129-216 d.C,) mise a punto una ricetta che è a tutt’oggi la base delle “cold creams”: olio d’oliva, cera d’api e acqua di rosa: il “Ceratum Galeni”. Il medico persiano Avicenna (780-1037) la prescrisse come stimolante della lattazione nelle donne e per la cura di tossi persistenti. Nel “ricettario dei segreti” del principe fiorentino Antonio De Medici (1576-1521) la cera ha una parte notevole nella composizione sia di unguenti sia dei cosiddetti“cerotti”, applicazioni emollienti o medicamentose in cui veniva inserita una varietà di ingredienti (quali nepetella, olio laurino, resine, olio rosato) a seconda dell’indicazione curativa: bruciature, contusioni, piaghe e ferite, fratture, calli, sciatica.