14/02/14

Scrivere un fantasy non è come giocare una partita ad un gioco di ruolo

Il regno del genere fantasy è un mondo vasto, popolato da decine di creature diverse e arricchito da autori che nel corso degli anni hanno donato qualcosa di loro. Il fantasy però non è vincolato al mondo dei libri, ma è stato terreno fertile per numerosi giochi di ruolo.

Ed Greenwood è uno di quegli autori che ha donato qualcosa ad entrambe le categorie tramite il saggio e potente mago da lui inventato: Elminster Aumar, uno dei più rilevanti personaggi immaginari dell'universo di Forgotten Realms, ambientazione tra l'altro per il gioco di ruolo Dungeons & Dragons.
La nascita di un mago

La trilogia di cui vi parlerò oggi si compone di: La nascita di un mago, Il viaggio e La tentazione. Come ogni buona storia che si rispetti, la Trilogia di Elminster comincia dagli esordi, dove il protagonista è ancora solo un giovane pastore che ha perso entrambi i genitori, costretto ad abbandonare tutto fiisce per fare il bandito finché non si ritrova a depredare il luogo sbagliato, ovvero il tempio della dea Mystra. Da questo evento avrà inizio da lunga e perigliosa storia di Elminster che da ragazzino povero e sfortunato diverrà un potente e famoso mago.

Il mago saggio finge di non sapere nulla della magia.

Come non tutte le ciambelle escono con il buco, così non tutti i fantasy riescono bene. Mi duole davvero ammetterlo, ma questa trilogia rientra nella categoria dei mal riusciti. Definire tutta la trilogia brutta o illeggibile sarebbe eccessivo e sbagliato, perché in più di qualche punto la trama, l'intreccio e i personaggi si reggono in piedi bene, tuttavia sono troppo pochi i bagliori di luce e troppi quelli bui per poter promuovere questa trilogia a pieni voti.

Ed Greenwood
Le parti descrittive elementi importanti in un romanzo finiscono in un secondo piano, con una scarsità di dettagli, sia relativamente ai luoghi che, e soprattutto, ai personaggi della storia, da far quasi rimpiangere quegli autori che invece ne sovrabbondano.

Gli scontri tra maghi, immancabili in ogni buon fantasy che si rispetti, scivolano ahimè nello scontato, con una certa mancanza di fantasia negli incantesimi e una morte mai troppo certa del cattivo di turno, tanto da non ritenere un colpo di scena la sua ricomparsa.

Una magia andata a monte può semplicemente uccidere un uomo; l'amore può rimodellarlo, e indurlo a ridisegnare il mondo.

Caro Greenwood questa volta non ti è proprio andata a bene, forse pensavi troppo ai giochi di ruolo e troppo poco a come costruire un buon fantasy. Mio malgrado ti devo bocciare. Ci rivediamo alla prossima trilogia, sperando che sia migliore di questa.
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