Il regno del genere
fantasy è un mondo vasto, popolato da decine di creature diverse e
arricchito da autori che nel corso degli anni hanno donato qualcosa
di loro. Il fantasy però non è vincolato al mondo dei libri, ma è
stato terreno fertile per numerosi giochi di ruolo.
Ed Greenwood è
uno di quegli autori che ha donato qualcosa ad entrambe le categorie
tramite il saggio e potente mago da lui inventato: Elminster
Aumar,
uno dei più rilevanti personaggi immaginari dell'universo di
Forgotten
Realms,
ambientazione tra l'altro per il gioco di ruolo Dungeons
& Dragons.
La nascita di un mago |
La
trilogia di cui vi parlerò oggi si compone di: La
nascita di un mago,
Il viaggio
e La
tentazione.
Come ogni buona storia che si rispetti, la
Trilogia
di Elminster
comincia dagli esordi, dove il protagonista è ancora solo un giovane
pastore che ha perso entrambi i genitori, costretto ad abbandonare
tutto fiisce
per fare il bandito finché non si ritrova a depredare il luogo
sbagliato, ovvero il tempio della dea Mystra. Da questo evento avrà
inizio da lunga e perigliosa storia di Elminster che da ragazzino
povero e sfortunato diverrà un potente e famoso mago.
Il mago
saggio finge di non sapere nulla della magia.
Come
non tutte le ciambelle escono con il buco, così non tutti i fantasy
riescono bene. Mi duole davvero ammetterlo, ma questa trilogia
rientra nella categoria dei mal riusciti. Definire tutta la trilogia
brutta o illeggibile sarebbe eccessivo e sbagliato, perché in più
di qualche punto la trama, l'intreccio e i personaggi si reggono in
piedi bene, tuttavia sono troppo pochi i bagliori di luce e troppi
quelli bui per poter promuovere questa trilogia a pieni voti.
Ed Greenwood |
Le
parti descrittive elementi importanti in un romanzo finiscono in un
secondo piano, con una scarsità di dettagli, sia relativamente ai
luoghi che, e soprattutto, ai personaggi della storia, da far quasi
rimpiangere quegli autori che invece ne sovrabbondano.
Gli
scontri tra maghi, immancabili in ogni buon fantasy che si rispetti,
scivolano ahimè nello scontato, con una certa mancanza di fantasia
negli incantesimi e una morte mai troppo certa del cattivo di turno,
tanto da non ritenere un colpo di scena la sua ricomparsa.
Una magia andata a monte può semplicemente
uccidere un uomo; l'amore può rimodellarlo, e indurlo a ridisegnare
il mondo.
Caro Greenwood
questa volta non ti è proprio andata a bene, forse pensavi
troppo ai giochi di ruolo e troppo poco a come costruire un buon
fantasy. Mio malgrado ti devo bocciare. Ci rivediamo alla prossima
trilogia, sperando che sia migliore di questa.