6, 1. Dovremo prima guardare dentro noi stessi, poi gli affari che intraprenderemo, poi coloro a causa del quali o con i quali li intraprenderemo.
2. In primo luogo bisogna fare la stima di se stessi, perche di solito ci sembra di avere più possibilità di quante ne abbiamo: uno scivola per troppa fiducia nella propria eloquenza, un altro ha comandato al suo patrimonio più di quanto era in grado di sopportare, un altro ha schiacciato il suo corpo debole con un compito faticoso. Di certuni il ritegno è troppo poco adatto agli affari pubblici, che richiedono fronte salda; di certuni, la dura fierezza non si confà alla reggia; certuni non hanno in loro potere l'ira e a pronunciare parole temerarie qualunque motivo di indignazione li porta; certuni non sanno. frenare la loro spiritosaggine e non si astengono da frizzi pericolosi: per tutti costoro, la vita appartata è più utile della vita dedita agli affari; una natura fiera ed intollerante eviti gli stuzzicamenti di una libertà che le nuocerà.
3. Bisogna poi valutare anche ciò che intraprendiamo e così pure pareggiare le nostre forze con le cose cui pensiamo di porre mano: deve infatti esserci sempre piu forza In chi agisce che in ciò che si fa; devono per forza schiacciare i pesi che sono più grandi di colui che li porta. 4. Inoltre: certuni non sono impegni di per sé grandi, ma . fecondi e portano con sé molti altri impegni; quindi, bisognerà rifuggire ciò da cui nascerà un affaccendarsi imprevisto e molteplice né bisogna avvicinarsi là da dove non è libero il ritorno; bisogna mettere le mani su ciò, di cui tu sia in grado di stabilire il limite, o almeno di sperarlo, bisogna invece lasciare ciò che con l'agire si allarga ne cessa dove tu te lo eri proposto.

7, 1. Certo è che bisogna fare una scelta delle persone: se siano degne che spendiamo per loro una parte della nostra vita, e se la perdita del nostro tempo esse la avvertano; certuni infatti sono addirittura loro a mettere in conto a noi i nostri servizi.
2. Atenodoro dichiara che non andrebbe neppure a cena da chi, per questo fatto, non si sentirà in debito con lui; penso, capisci bene che egli si recherà molto meno in casa di coloro che con la mensa pareggiano il conto a riguardo dei servizi prestati dagli amici, che contano le portate come donativi, come se loro fossero smodati per fare onore ad altri: togli loro testimoni e spettatori, non li allieterà una cucina solitaria. *Bisogna esaminare se la tua natura è più adatta alla vita attiva oppure agli studi appartati e alla contemplazione, ed infatti bisogna volgersi là, dove ti porterà la qualità del carattere -Isocrate allontanò mettendogli la mano addosso, Eforo dal foro, pensando che egli fosse più utile per scrivere storia - indoli costrette rispondono infatti male, e se la materia è riluttante, la fatica è inutile.*
3. Nulla, ad ogni modo, allieterà l'animo tanto quanto un'amicizia fedele e dolce. Che gran bene è, quando gli animi sono stati resi disponibili a ché, senza danno, vi discenda ogni segreto, quando tu tema la loro consapevolezza meno della tua, quando la loro conversazione lenisca la preoccupazione, il loro parere agevoli la decisione, la loro allegria spiani il volto aggrottato, la sola vista allieti! evidentemente li sceglieremo, per quanto possibile, liberi da desideri eccessivi: strisciano infatti i difetti e saltano addosso ai più vicini e nuocciono con il contatto.
4. Come dunque durante una pestilenza bisogna stare attenti a non sedere accanto al capezzale di corpi già affetti e brucianti per la malattia, perché trarremo a noi cause di pericolo e a causa del loro solo respiro ci troveremo ammalati, così, scegliendo il carattere degli amici, ci daremo da fare per prendere con noi coloro che sono minimamente inquinati: inizio di malattia è mescolare elementi malati e sani. Non ti darei il precetto di tener dietro e di attrarre a te solo il saggio: dove troverai infatti costui, che noi cerchiamo da tante generazioni? come ottimo, vale ciò che è pochissimo cattivo.
5. Difficilmente avresti la possibilità di una scelta più abbondante, se tu cercassi persone dabbene fra gente come Platone e Senofonte o fra la nobile fioritura dei discendenti di Socrate, oppure se ti fosse dato potere di scelta nell'età catoniana, che moltissime persone generò degne di nascere nella generazione di Catone, come anche molte peggiori, quali in altro tempo mai, ed anche macchinatori dei peggiori delitti - c'era bisogno di entrambe le folle, perché fosse possibile che Catone fosse capito: dovette avere persone dabbene, della cui approvazione rendersi degno, e malvage, fra le quali esperimentare la propria forza - ma ora, in mezzo a tale scarsità di persone dabbene, la scelta sia meno scrupolosa.
6. Si evitino soprattutto le persone malcontente e che disperano di tutto, cui ogni motivo piace per avere occasione di lamentele. Anche se hanno salda fedeltà e benevolenza, nemico della tranquillità è un compagno con gravi turbe e che piange su tutto.