Questo è un saggio scritto da Giuseppe Siano, è pubblicato due volte a
settimana (mercoledì e venerdì) suddiviso in capitoli. Potete comunque
vederlo in sequenza di pubblicazione al link "Saggistica"
Egli sta ponendo un problema fondamentale con il quale prima o poi dovranno confrontarsi tutti i
paesi europei:
“L'unione sovietica con la fine del patto di Varsavia ha lasciato liberi i suoi Stati
satelliti, quando gli americani lasceranno liberi i loro Stati satelliti?
Quando Yalta sarà superata anche in occidente?
Il sudamerica si è emancipato, quando toccherà a noi europei?
Ciò sarà possibile solo attraverso una guerra di liberazione o potrà avvenire per via pacifica?
Inoltre
Ha diritto l'Italia a perseguire gli interessi del proprio popolo nella politica internazionale e quindi
concludere contratti vantaggiosi per l'economia italiana con la Russia anche se ciò non è ben accetto
agli americani?
Ha diritto l'Italia a rifiutare le sanzioni all' IRAN, perché, mentre sono indifferenti per gli americani
che avevano contatti economici marginali, sono importantissime per molti paesi europei che
avevano contatti economici molto più consistenti e di fondamentale importanza per l'economia dei
loro paesi?
Infine nella prospettiva di una società multipolare, qual è quella verso cui ci si sta indirizzando,
conviene all' Europa: stabilire dei rapporti con un paese pieno di risorse naturali come la Russia,
pronta ad offrirle in cambio della nostra tecnologia o restare pervicacemente abbarbicati al carro di
un paese rovinato da un modello di sviluppo pluri-fallito, decadente e condannato allo sfascio per
affondare con esso?
Il nano è un essere abietto, si sottrae alla legge, probabilmente ha contatti mafiosi, ha tutti i difetti di
questo mondo, ma continuerà a vincere, perché egli offre agli italiani un minimo di prospettive di
indipendenza economica e politica.
Per quanto mi riguarda sono nato schiavo per le scelte disastrose dei nostri progenitori, vorrei
contribuire a lasciare ai nostri discendenti un paese libero con la possibilità di sbagliare da soli.
Questo legittimo desiderio non è solo mio, ma di milioni di italiani.
Un comunista ha il dovere primario di combattere per la libertà del proprio paese, è questo
l'obiettivo primario, che marginalizza tutti gli altri.
Su queste priorità si costituì il movimento partigiano.
Su questo piano il PCI, anti-nato e anti-americano seppe conquistarsi il consenso e il rispetto delle
masse. Se vogliono vincere le elezioni non devono far altro che riprendere i vecchi temi e
raccontare agli italiani la verità: Che la NATO è uno strumento controllato dagli americani per
estendere il loro dominio mondiale, che i Talebani adesso, come i cittadini irakeni prima sono dei
partigiani che combattono per la loro terra e per le loro famiglie mentre gli americani e la NATO
sono i veri terroristi.
Basterebbe un programmino che preveda il ritiro immediato di tutte le truppe italiane in servizio
all'estero, lo sviluppo e il sostegno ad una sana industria nazionale ed il coinvolgimento dell'intera
popolazione nello sviluppo della politica nazionale attraverso una informazione vera e corretta, per
mandare il nano in pensione.
Hanno i politici dell'attuale sinistra il coraggio di intraprendere questi passi?
I Prodi, PD, Zampognaro, guitti, Santoro, Travaglio, Fini ecc. sono i provocatori al servizio di
interessi stranieri in Italia e perciò non possono che essere aborriti da un comunista italiano.
Essi sono dei falsi sinistri, perché al potere sgangherato del nano, non vogliono un potere del
popolo, ma un potere di marionette, al servizio di interessi stranieri, come è avvenuto in tutti quei
paesi attraverso i quali sono passati militarmente gli americani.
Una volta si servivano dei generali e dei colpi di Stato. Adesso si servono delle cosiddette
rivoluzioni colorate, nelle quali una minoranza di cretini, sobillati da personaggi legati e finanziati
da servizi segreti americani, cercano di sollevare Caos e destabilizzazione fino alla guerra civile per
poter poi reimporre il dominio americano, scosso ormai dalla mancanza di prestigio.
La stragrande maggioranza del popolo italiano questo non lo vuole e man mano che se ne renderà
conto, abbandonerà sempre di più questi traditori.
Il nano nazionale ha tutti i demeriti che gli vengono attribuiti, ma ha un solo merito: quello di essere
inviso agli occupanti anglo-americani e perciò vince le elezioni.
Certamente il popolo italiano avrebbe preferito un leader meno gaglioffo e più “ commestibile”,
ma sulla scena politica nazionale non esistono altri politici “ONESTI” disposti a fare gli interessi
dell'Italia e degli italiani.
Gli altri soggetti in questione invece offrono solo sudditanza assoluta e cieca ad un modello di
sviluppo fallito e perciò, anche per me, comunista, è importante che continuino a perdere.
Gli italiani hanno capito l'antifona e , nonostante tutto il battage scandalistico della stampa
nazionale ed angloamericana, che teme il diffondersi “ dell'epidemia”, sosterranno sempre più
caparbiamente il nano nazionale. E, per il momento, è bene così!
PROPOSTE
Siamo ormai in discesa.
Un proverbio latino dice:” Se vuoi stare meglio, preparati al peggio.”
Aspetti finanziari
Dalla lettura delle pagine precedenti ne deriva che come prima misura da introdurre nel paese è
quella di recuperare un valore per la moneta.
E' evidente che la moneta ufficiale in circolazione, qualunque essa sia, è carta straccia.
Come prima misura dobbiamo quindi creare una nostra moneta, con alcuni accorgimenti per non
finire in galera.
Le banche sono istituzioni private, che sono “autorizzate” a produrre moneta.
Noi pure siamo dei privati e, a meno di non copiare monete esistenti, abbiamo il diritto di creare
una nostra moneta.
Dopo la crisi del 1929 il sindaco socialdemocratico di un piccolo paese austriaco Woerl, che oltre a
Marx s'interessava anche ai problemi dei suoi compaesani, si mise a creare moneta per i suoi
concittadini.
La faccenda funzionò così bene che tutte le banche europee ne chiesero la testa e l'impresa venne
strozzata.
Ma come, c'era la crisi mondiale e quello si metteva a risolvere i problemi del suo paese, allora era
proprio intenzionato a sputtanare i poveri banchieri!
Vi ricordate il ministro Galloni? Era un ministro di Craxi, che da ministro era un emerito str....,
mandato a casa ha cominciato a mettere in moto il cervello e... miracolo è diventato geniale, infatti
nella sua città Crotone insieme ai suoi concittadini ha creato una moneta locale chiamata “Krotos”.
In tutta Italia intanto stanno sorgendo esperienze del genere.
Anzi nel Nord-est, che è la parte economicamente più vivace del paese, stanno creando una moneta
che viene accettata in molti paesi e si chiama SCEC, ( Solidarietà che cammina).
La lega conquista consensi notevoli cavalcando appunto questo cavallo.
Esperienze simili avevano preso piede anche in Germania ed in Svizzera ed altri paesi europei.
Penso che qui bisognerebbe partire da una moneta locale, per accumulare esperienza e solo in un
secondo momento, dopo aver acquisito pratica, collegarsi a circuiti più ampi.
Ovviamente prima di arrivare alla realizzazione pratica della cosa, bisognerà darsi dei tempi,
perché bisognerà far venire esperti di paesi dove già esiste; visitare i paesi e i soggetti che già la
usano ecc.
Obiettivo: Metterla a quel posto alla grande distribuzione e favorire e sostenere l'economia locale.
Perché?
Perché se i soldi restano in loco e girano in paese metteranno in atto un circolo virtuoso, che
permetterà a tutti di migliorare il proprio livello di vita.
Dobbiamo immaginare l'economia come un fiume che gira continuamente, se uno l'acqua la toglie
solo, alla fine questo fiume secca, ma se si aggiunge continuamente si mantiene bello ricco e
abbondante.
Portare i soldi alla Coop, Lidl, ecc significa togliere l'acqua, spenderli qui significa mantenere alto il
livello del fiume.
Se c'è abbondanza di moneta circolante, piano piano comincerà a crearsi anche la possibilità di
produrre in loco e quindi di creare nuovi posti di lavoro.
All'inizio ci fu la finanza!
La situazione attuale invece è che la moneta non circola perché ce n'è poca e ce n'è poca perché non
circola.
Come ovviare?
Si può ovviare creando una nostra moneta, che venga distribuita alla nostra popolazione,
seguendo criteri diversi da quelli della speculazione.(Modello North Dakota).
Il cambio possibile con l'euro è di 1 a1.
La moneta sostitutiva permetterà inoltre di creare nuova liquidità
Gli stessi venditori decideranno per quale percentuale del prezzo sono disposti ad accettare questi
buoni.
Un esempio: Vado al bar e ordino una consumazione per dieci euro.
Il barista, che ha accettato di far parte del circuito, si prende sette euro in euro e tre euro in moneta
locale.
Quali sono i vantaggi del barista? Molteplici: Quando batte lo scontrino, non dovrà battere per
dieci, ma per sette euro.
Quei tre euro non li ha persi, perché quando andrà a comprare il pane , pagherà il 70% del prezzo
in euro e il 30% in moneta locale, e così via......
E' come se l'acqua del fiume ricevesse un aumento garantito del 30%.
E' una bella botta!
Ma il clou potrebbe venire rappresentato dalla edificazione di SERRE con il lato sud costituito da
pannelli fotovoltaici e quello opposto da vetri antisfondamento.
L'obiettivo è quello di produrre IN LOCO i generi alimentari di prima necessità compresi quelli
esotici ai quali siamo ormai abituati.
La produzione in serre permetterà inoltre la piena occupazione, perché non è possibile l'utilizzo di
macchinari.
In questo modo i prezzi diventano concorrenziali rispetto a quelli della grande distribuzione e
quindi la gente ha convenienza a comprare in loco.
Inoltre, buona parte del costo dei beni presso la grande distribuzione è costituita dall'imballaggio e
dal trasporto, che incidono pesantemente sui costi finali; dal momento che questi decadono se si
compra in loco, si hanno buone possibilità di divenire concorrenziali.
Inoltre si evita il fiume di merda che i cittadini sono costretti a smaltire, incidendo in questo modo
anche sui costi dello smaltimento rifiuti.
Nel Nord-est la moneta SCEC è ormai diffusa in molti comuni e sta avendo notevole successo.
La distribuzione della moneta locale deve avere anche valore compensativo, favorendo
naturalmente le famiglie meno abbienti ( più moneta).
In qualche posto, dove l'esperienza è più avanzata il vantaggio s'è rivelato tale che molti venditori
hanno addirittura aumentato la percentuale di accettazione di moneta locale.
Altrove invece, sopratutto impiegati comunali, ricevono aumenti salariali in moneta locale con
notevole giovamento per le finanze comunali.
In alcuni posti invece viene dato addirittura un salario complementare mensile in moneta locale ai
cittadini più bisognosi ( assegno sociale).Ovviamente questo è uno degli aspetti, ma per me fondamentale, per cominciare a porre su basi
nuove e più giuste l'economia locale.
Si potrebbe ipotizzare anche una gestione diversa del risparmio:
Portare il proprio risparmio in banca è come buttarlo dalla finestra.
Abbiamo visto come l'operatore finanziario ha interesse ad offrire al cliente, che non ci capisce
niente, sempre l'investimento che offre all'operatore la cresta maggiore, perciò la gara dei fondi
d'investimento.
Adesso l'industria, siccome non riceve ossigeno dalle banche, perché fallite, tendono a rivolgersi
direttamente ai possessori del risparmio per la realizzazione dei loro progetti locali.
Il vantaggio è quello di conoscersi personalmente e quindi subentrano fattori quali la serietà e
l'onestà del soggetto,che è costretto a conquistarsi sul campo una fama di onestà se vuole avere
successo.
In questo modo e non attraverso i predicozzi di Tremonti o D'Alema, sarà possibile moralizzare
davvero la vita pubblica, perché nessuno sarà così stupido da affidare i suoi sudati risparmi a
qualcuno che ha la fama d'imbroglione.
Nello stesso tempo, siccome i possessori di capitale sono di solito i vecchi, si favorirà quel patto
generazionale secondo il quale i vecchi sostengono con il loro oculato consiglio e con il loro
capitale i giovani che si cimentano nella creazione di nuove imprese economiche, che serviranno a
permettere ad essi una vecchiaia più agiata e sicura e ai giovani un lavoro ben remunerato....
scritto da Giuseppe Siano
[venerdì diciassettesima parte]